R/ESISTENZA

ALLA SCELLERATEZZA DEL MONDO

 

SATISFICTION 129: LA SCELLERATEZZA CHE CONDUCE IL MONDO. UN INEDITO DI VASCO ROSSI E UN'ANTOLOGIA DI ESISTENZE "SCELLERATE"

scritto da Gian Paolo Serino

 

IN ESCLUSIVA per Satisfiction VASCO ROSSI ci regala una “provocazione”: può essere letta superficialmente. Facile accusare, più difficile comprendere una “provocazione”che può apparire “scellerata” ma non lo è. Non è un inno alla vita spericolata ma una satira, certo feroce ma profondamente coraggiosa e diretta, sull “enfasi dei media”, sulla passività di noi tele-spettatori, spesso turisti della vita nel comprendere, nell’ignorare le cause dei problemi. Non si decodificano MAI i perché. Più che vivere, sopravviviamo. E sopravviviamo perché facciamo finta. Facile accusare, puntare il dito: cancellare le impronte digitali della nostra coscienza. Viviamo nei tempi del “Crash” di Ballard. Vediamo, non guardiamo. Ascoltiamo, non sentiamo. La provocazione di Vasco Rossi non è gratuita né scontata: vuole essere un monito (r ).

Dove stiamo andando? Non è una difesa dei “maledetti”, anzi: è un inno a non diventare insensibili, a fare di ogni vita un’opera d’arte, un invito a comunicare un disagio e non nasconderlo o innalzarlo mediaticamente e subirlo. Bisogna fare qualcosa: per evitare di sprecare la vita, di buttarla tra le esistenze “scellerate”: quelle che non prendono posizione se non dal pulpito della maggioranza. E’ l’enfasi del cronista da condannare, lo sciacallaggio mediatico, il comprendere che “essere tutti uguali, tutti belli e sani” è una trappola.. Ciò che Vasco Rossi vuole comunicare ha molti significati. E’ una provocazione contro i perbenisti: contro quelli che sono ingranaggi incoscienti di un sistema congegnato.

Può sembrare scellerato ma chi non lo è?

Vasco Rossi è una rockstar: potrebbe vivere nel suo mondo, fregarsene. Non provoca per farsi pubblicità, non ne ha bisogno, ma perché qui davvero “c’è qualcosa che non va”.

Come ha scritto De André “Vasco Rossi è il poeta della distruzione e della resurrezione”. Oggi nessuno vuole cambiare vita. Al massimo si cambia canale. E ci si accontenta. Di stare a casa, godersi da svegli il sonno dei giusti, non chiedersi mai niente. Tutti zitti. In silenzio. A pensare sotto dettatura. Tanti soli, insieme. Laceroconfusi e felici. Mentre il mondo, oltre la siepe del  giardino delle nostre coscienze rotola.

Gian Paolo Serino

La provocazione.

Ogni volta che sento l’enfasi del cronista, raccontare l’ultimo incidente stradale causato da un ubriaco o, peggio ancora, da un drogato al volante

mi chiedo:

Ma che differenza c’è tra un incidente causato da un ubriaco ed uno causato da uno sano?

Quando, in entrambi i casi, ci sono dei morti e delle vittime che differenza fa?

Perché contro gli ubriachi e i drogati ci si accanisce di più?

Il teorema dominante recita :

Loro potevano evitare l’incidente non bevendo o non mettendosi alla guida ubriachi”.

E invece gli “altri” , quelli sani che provocano incidenti, no? 

Vasco Rossi

 

 

 

 
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