Una lettera di
Else
Lasker-Schüler a
Karl
Kraus:
“Una volta,
nel deserto,
andavo
assieme ai beduini a rubare
gli stalloni
– come Gliene vorrei regalare
uno! I
cavalli arabi, quelli bianchi,
sono uccelli
danzanti, principi
prigionieri
di un incantesimo, sono
fiabe che
nitriscono. Un pianto dirotto
mi assale –
sente come piango? –
perché
vorrei provare di nuovo l’ebbrezza
del mio
cuore, quella che si
sente solo
quando il cuore salta dalla
gioia,
vorrei tornare nel deserto, unirmi
ai re nelle
loro scorrerie. Ha mai
assistito a
una caccia agli struzzi? Dovrebbe
vederli
nella loro corsa, quando
sono
inseguiti dal sole paiono delle
nubi d’oro
sospese sulla terra. Lei
mi crede,
vero, se Le dico che a Bagdad
possedevo
venticinque struzzi?
Giuro che Le
sto dicendo la verità”
(trad. M.
Gigliotti e E. Pedotti)