Lev Tolstoj
(Diari
1847-1910)
5 luglio 1905
Tutta la nostra civiltà è il
manifestarsi della coscienza. La civiltà ha camminato, ha
camminato ed è arrivata ad un vicolo cieco. Tutti dicevano
che la scienza e la civiltà ci avrebbero guidato, ma ora
appare evidente che non ci guidano da nessuna parte: bisogna
trovare qualcosa di nuovo. L'ordine esistente contraddice a
tal punto nelle sue basi la coscienza della società, che non
può essere corretto lasciando tali basi, come non è
possibile correggere il muro di una casa quando sono state
poste male le fondamenta. Bisogna ricostruire tutto da capo.
È impossibile correggere l'ordine esistente con la
ricchezza insensata e il superfluo di alcuni e la miseria e
il bisogno delle masse, col diritto alla proprietà
terriera, con l'imposizione di tributi statali, con le
conquiste territoriali degli Stati, col patriottismo, il
militarismo, la religione menzognera e imposta con la forza.
È impossibile correggere tutto questo con le costituzioni,
il suffragio universale, la pensione ai lavoratori, la
separazione dello Stato dalla Chiesa e simili palliativi. È
impossibile.
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Andreij Tarkowskij
(Diari
1970-1986)
30 aprile 1986
Tosse. Ieri (o forse l’altro ieri) hanno scoperto che
c’è stato un catastrofico incidente alla centrale
atomica di Cernobyl in Ucraina. Fondono le paratie del
reattore e la grafite brucia. Stanno evacuando la zona
(70 chilometri a nord di Kiev). Un’immensa nube
radioattiva si sta dirigendo a nord. Ieri si trovava
sulla Norvegia e sulla Svezia. E il Dnepr è ormai
completamente contaminato. Essendo abitudinari, pensiamo
che la guerra comincerà quando qualcuno schiaccerà il
primo bottone e la prima bomba esploderà, portando
terribili distruzioni dalle quali per centinaia di anni
non saremo in grado di riprenderci. Ma la nuova guerra
atomica è cominciata quando Oppenheimer ha fatto
esplodere in un poligono americano la sua bomba
sperimentale. Hiroshima, Nagasaki, l’atollo di Bikini,
le deflagrazioni nucleari nell’atmosfera, la costruzione
di centrali atomiche: gli uomini non sono moralmente
pronti per sfruttare senza pericoli l’energia atomica. E
mentre impareremo a farlo, il mondo verrà distrutto 10
volte. Cernobyl spaventa tutti solo perché una
semilibertà di stampa ha permesso a qualcosa di
trapelare, consentendoci di valutare le dimensioni della
catastrofe. Ma le catastrofi con il benestare dei
governi si susseguono ormai da quasi 50 anni, e stando
nell’ombra è come se non esistessero. Da 50 anni le
nazioni che posseggono l’arma nucleare compiono
permanentemente crimini contro l’umanità. Forse una
guerra atomica non ci sarà neanche, sarebbe persino
troppo sciocco permetterla. Solo che non ce ne sarà
bisogno. L’umanità sta già combattendo e morendo sul
campo di battaglia nucleare. La guerra è già cominciata.
Solo i bambini e i pazzi non se ne sono ancora accorti.
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Layla
(Diario di una giovane
palestinese)
9 dicembre 1987
Intifada in arabo non significa soltanto
"insurrezione", ma indica anche il gesto del cane
che, grattandosi, si scrolla di dosso le pulci;
alcune di esse sono già cadute dal nostro vello, ma
dovremo dimenarci chissà per quanto tempo ancora
perché ce ne possiamo definitivamente liberare! La
scintilla che ha fatto scoppiare la sollevazione è
stata la morte di 4 profughi del campo di Jabaliya,
nella Striscia di Gaza, travolti da un grosso
automezzo israeliano mentre viaggiavano su 2 taxi
collettivi. I funerali, a cui hanno partecipato
4.000 persone, si sono trasformati in una
manifestazione di protesta. La polizia israeliana ha
aperto il fuoco, uccidendo 2 giovani e ferendone
altri 30, in un copione – eccidio, funerali, altro
eccidio – che si ripete all'infinito, nella
Striscia come in Cisgiordania. Perché ci
ribelliamo? Perché ormai non abbiamo niente da
perdere, perchè la nostra libertà viene corrosa
giorno dopo giorno. Quand'è giunto il momento di
Gerusalemme, anch'io mi sono arruolata come
volontaria nella massa di giovani per
l'insurrezione. Il giorno prefissato mi sono alzata
presto e ho atteso che Nader mi venisse a prendere.
Dovevamo camminare per una decina di chilometri in
direzione nord, attraverso la campagna che circonda
la "strada del fuoco", la grande via che conduce a
Hebron… “Quando sarò ucciso, uno di questi
giorni,/l'assassino mi troverà in tasca tre
biglietti di viaggio:/uno verso la pace,/uno verso i
campi di pioggia,/uno verso la conoscenza
dell'umanità./Ti prego, caro assassino, non sprecare
i miei biglietti,/ti prego di partire.” (
Samih al-Qasim )
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