Chi e come era Katia

 


 

 

 

 

 

Generosamente intenta a diffondere leggi, moduli e informazioni riguardanti la malattia a tutti quelli che incontrava nella sala d’attesa durante le lunghe cure, perché la prevenzione era la sua ennesima espressione d’amore verso gli altri. Era sempre attenta,  presente, sorridente e disponibile. Dalle altre pazienti veniva addirittura scambiata per un addetta ai servizi sociali. Era solo il suo senso civico e di giustizia sociale che la faceva agire così. Sempre in prima linea. Pur vivendo un dramma di tale portata era sempre pronta ad accogliere gli altri e le loro problematiche, a volte anche ridicole se confrontate alle sue. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lei rispettava i piccoli malesseri quotidiani, le fragilità, le paure degli altri che non sapevano destreggiarsi in questa vita così ricca di luci e di ombre. Pur avendo tanti interessi, trovava sempre il tempo e parole da spendere in quell’ arte speciale, così poco praticata , che é "l’ascolto".
Un altra dote speciale era quella di saper scrutare nelle persone, dietro l’apparenza ingannatrice, cosa ci fosse, e trovava, quasi sempre, un attributo, un merito, con il quale gratificarli. Tutti si ritrovavano, anche la persona più umile e semplice, a possedere almeno una qualità per cui essere apprezzati.
Vicino a lei  ci si scopriva migliori, sapeva far emergere il meglio che prima era sommerso e che non si era certi di possedere, faceva venire alla luce tesori nascosti .
Quanto le siamo riconoscenti per questo?
Neanche la impietosa mutilazione subita dal suo stupendo e giovane corpo riuscì a scalfire quella forte personalità.
Era fiera di essere in grado di gestire con lucidità , razionalità e consapevolezza tutte le estenuanti tappe della malattia che incalzava, che non le dava tregua.
Ripeteva spesso: "Mamma, a questo punto non posso scegliere io, però posso resistere, lottare, contrastare... io voglio vivere, ho tante cose ancora da fare. Lotterò pensando alle cose belle che mi aspettano e ricordando quelle che ho vissuto."
Qualche giorno dopo l’operazione, con cui le era stato asportato il seno, presa dalla paura, aveva confidato, ad un amica la sua difficoltà ad accettarlo: si sarebbe suicidata se l’evento fosse veramente accaduto.
Invece ad operazione avvenuta disse: "Mamma, é incredibile quanta forza e risorse,in stato di necessità l’essere umano é capace di tirare fuori. Forza che non credevi di possedere, cosi ti sorprendi e ti ritrovi più forte e coraggioso di prima! Una brutta esperienza riesci a vederla come occasione di crescita e maturità. Nonostante tutto sono sempre io, la Katia di sempre anche con un seno di meno posso essere felice." E giù una bella risata.
Cos’altro si può dire ancora per descrivere la sua caleidoscopica personalità, per far capire lo spessore e l’essenza della sua anima?

 

 

 

 

 

 

 

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