R/ESISTENZA

CONTRO OGNI INFERNO QUOTIDIANO

 
 
SAVIANO
Ho visto Roberto Saviano al Piccolo Teatro con il suo teso monologo La bellezza e l'inferno sarà di nuovo a Milano dal 16 al 28 febbraio). E stato un po' come andare ad abbracciarlo e a confortarlo, questo ragazzo di appena trent'anni, con un sorriso disarmato, anche più da guaglione. Eroe malgrado sé per aver voluto raccontare quello che vedeva intorno, e averlo raccontato con una tale forza, con tutto l'impeto del suo talento, da mettersi nei guai: lui, la bellezza, con quegli altri,l'inferno. Il monologo è il racconto della resistenza di Saviano, anche se lui non parla affatto di sé, E non per ragioni di riservatezza, ma proprio come se il meglio di se stesso potesse cavarlo solo dagli altri, come se volesse dirti che senza gli altri nemmeno si è: un anti-narcisismo sorprendente e inattuale. Nelle vite di altri resistenti, dal nigeriano Ken Sarò Wiwa, giustiziato per la sua lotta contro le multinazionali del petrolio, a Miriam Makeba; nel talento di Lionel Messi, il calciatore più forte del mondo, e in quello di Claude Petrucciani, grandissimo pianista jazz. entrambi immensi a dispetto dei loro corpi minuti e segnati dall'handicap; nella gioiosa libertà e nella bellezza di Neda e Taraneh, ragazze iraniane uccise dal regime a cui rende un omaggio quasi cavalleresco, Roberto Saviano cerca e trova modi e motivi per la propria resistenza e per quella di tutti. Mentre la guardia del corpo se lo riporrà dietro le quinte, e si vede che invece gli piacerebbe stare ancora lì in compagnia, penso che dice qualcosa di prezioso raccontando che "la bellezza e la felicità tolgono territorio all'inferno". Di bellezza non ce n'era, solo orrore, nella Gomena che ha raccontato, ed è stata la cosa che di quel racconto più mi ha colpito. Ma se il male e l'orrore fanno tutt'uno, c'è forse da puntare su una bellezza immediatamente riconoscibile ed edificante. In un Paese come il nostro, poi, in cui la bellezza è sempre stata tutto. Il programma per il riscatto è pronto; bellezza come infallibile bussola per l'economia, il territorio, la polis. E per questo che il ragazzo Saviano - anche qui, forse, malgrado sé -splende del carisma del vero "leader" politico. __ marina.terragni@rcs.it

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La bellezza e l'inferno": fra questi poli opposti che richiamano il pensiero di Albert Camus si estende il campo di forze frequentato da Roberto Saviano, il luogo che genera la sua visione della vita, dell'impegno e dell'arte. Introdotti da una prefazione dell'autore, gli scritti raccolti in questo volume tracciano un percorso tanto ricco e vario quanto riconoscibile e coerente.

Dal ragazzo che muove i primi già maturi passi nell'ambito della letteratura e della militanza antimafia fino allo scrittore affermato che viene invitato all'Accademia dei Nobel di Stoccolma e abbracciato dai terremotati in Abruzzo, Roberto Saviano resta se stesso.

Ci racconta di un campione come Lionel Messi, che ha vinto la sfida piu' grande, quella contro il suo stesso corpo; di Anna Politkovskaja, uccisa perché non c'era altro modo per tapparle la bocca; dei pugili di Marcianise, per cui il sudore del ring odora di rabbia e di riscatto; di Miriam Makeba, venuta a Castel Volturno per portare il suo saluto a sei fratelli africani caduti per mano camorrista; di Enzo Biagi, che lo intervistò nella sua ultima trasmissione; di Felicia, la madre di Peppino Impastato, che per vent'anni ha dovuto guardare in faccia l'assassino di suo figlio prima di ottenere giustizia; e di tanti altri personaggi incontrati nella vita o tra le pagine dei libri, nelle terre sofferenti e inquinate degli uomini o in quelle libere e vaste della letteratura.

Pagina per pagina, Saviano ribadisce la sua fiducia in una parola che sappia scardinare la realtà, opporsi a qualunque forma di potere, farsi testimone della certezza che "la verità, nonostante tutto, esiste".
 

 

 

 
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