R/ESISTENZA
OVVERO
DONNE IN RINASCITA
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Più dei tramonti, più del volo di
un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in
rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita. No, finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede,anche se non
vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina
anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai
giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un
esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti
guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare. Così
ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un
uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non
flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri
nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei
stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti
vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la
racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene
così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato
Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto
tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno
cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei
diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che
hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci
stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua
solitudine.
Ed è stata crisi.
E hai pianto.
Dio quanto piangete! Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata
della metro, sul motorino.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore,
perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.
Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un
senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono
forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a
quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle
inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così,
scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la
trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la
tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te
stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stesse, o farlo per la prima volta, è
come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o
dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso
modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un
fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto.
Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande
meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...
Jack Folla alias Diego Cugia
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