KAFKA SULLA SPIAGGIA
MURAKAMI HARUKI |
Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia
che muta incessantemente la direzione del percorso. Per
evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per
seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo
il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete
infine volte, come una danza sinistra col dio della morte
prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è
arrivato da lontano, indipendente da te. E' qualcosa che hai
dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare
è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo
forte gli occhi per non far entrare la sabbia.
Attraversarlo, un passo dopo l'altro. Non troverai sole né
luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto
una sabbia bianca, finissima, come fatta di ossa
polverizzate, che danza in alto nel cielo. Devi immaginare
questa tempesta di sabbia.
E
naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta
di sabbia. E' una tempesta metafisica e simbolica. Ma per
quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille
rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu
forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso. Che ti
macchierà le mani. E' il tuo sangue, e anche sangue di
altri.
Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non
saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a
uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita
per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu,
uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.
Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.
Kant : des cartes
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