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Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo l'altro,
incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell'uscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l'ho preso solo per uso ordinario.
Nessun come e perché -
e da dove è saltato fuori uno così -
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).
Uno dopo l'altro avvenivano cambiamenti
perfino nell'ambito ristretto d'un batter d'occhio.
Su un tavolo più giovane da una mano d'un giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.
La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.
E' durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po' di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.
Szymborska
Wislawa
(Da Due punti, Adelphi 2006)
IL SOLE SPLENDE
Il sole splende per tutti
ma non splende nelle prigioni,
non splende per quelli che lavorano in miniera,
quelli che mangiano carne cattiva
quelli che soffiano le bottiglie vuote
che altri berranno piene,
quelli che passano le vacanze nelle officine
quelli che mungono le vacche e non bevono il latte,
quelli che l'inverno... si scaldano nelle chiese
quelli che vorrebbero mangiare per vivere,
quelli che vengono assunti, licenziati, aumentati,
diminuiti, accoppati,
quelli che vengono fatti uscire a caso dalla squadra
per essere fucilati,
quelli che non hanno mai visto il mare,
quelli che non hanno l'acqua corrente,
quelli che spalano la neve per un salario irrisorio
quelli che invecchiano prima degli altri.
Jacques Prévèrt
Gli uomini di domani
Bambini oggi
- domani - uomini!
Poche lune e pochi soli ancora e poi ,
con lunghe membra flessuose essi stanno,
tutti gli uomini della nostra patria!
Mostrate loro la dignità del lavoro;
date loro il tocco materno della terra;
insegnate loro l'abilità dello strumento
e anche gli enigmi della scuola.
Perché favori e ricchezza si dissolvono
in un solo giorno col cipiglio della
fortuna;
ma i padroni di un mestiere sono liberi
di assicurarsi un nuovo destino.
Dov'è l'uomo che osa disprezzare
l'uomo onesto nato per lavorare?
Perché il lavoro ha i suoi rudi dignitari
che onorano la veste che indossa!
Douglas G.
Johnson
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