Vi sono tanti modi di morire
Anche per un ragazzo di
vent’anni
- fragile bolla d’alitato vetro
è la vita di un uomo-:
ma questa pistolettata alla
nuca
è cosa troppo assurda e
tragica per potersi accettare.
Io li riconosco
questi occhi che non avevo mai
veduti,
questo sguardo serio e fermo
e la luce annidata nel fondo
delle pupille:
li ho incontrati altre volte,
ogni giorno,
sui banchi delle scuola o
magari fuori dalle aule disertate.
Uno di quelli che non gridavano
troppo. Che si scalmanano raramente:
ma allora il furore è caparbio.
Forse dieci anni fa sarebbe
stato un allievo modello,
un primo delle classe
con la pagella piena di nove;
oggi occhi siffatti
intimidiscono.
Pure così avrei voluto che
fosse mio figlio
Se ne avessi avuto uno.
Soldati di una sterminata
milizia
-una fiumana che sale da ogni
angolo della terra.
Nord e sud, oriente e
occidente-
Araldi della nuova Gerusalemme,
arcangeli dalla spada
fiammeggiante
perché le porte degli Inferi
non prevalgano.
E io so che quando uno di loro
muore
È come se una vivida stella
In qualche punto di questa
torpida notte che ci sovrasta
Si fosse dissolta in un pugno
di polvere.
Concetta Vinciprova