Il 24
Settembre erano circa le ore dieci. Nel letto,dell' Hospice che
ci accoglieva, Katia ormai
stanca, distrutta dalla sofferenza, stordita dai farmaci,
perduta nel sonno artificiale respirava debolmente. Per tutta la
notte avevamo dovuto, con lo strazio nel cuore, ascoltare
i suoi sospiri e gemiti di dolore, senza poter fare nulla... I medici però, chiamati più volte, ci rassicuravano dicendo che ella
non era in grado di sentire nulla. Barbara, dopo aver passato la
notte con me accanto a Katia, si stava vestendo. Io ero seduta
vicino al suo letto, sul tavolo erano radunati diversi libri di poesie.
Katia ed io eravamo appassionate ricercatrici di poesie
particolarmente belle secondo i nostri modesti pareri. Era un
continuo confronto, una piacevole sfida, nei nostri diari
trascrivevamo tutte quelle che ci toccavano il cuore. In quel momento io
avevo tra le mani il suo ultimo diario, e stavo ricopiando una poesia
della quale lei aveva sottolineato in rosso alcuni passi,
evidentemente i più sentiti. In quella circostanza però, il luogo di
permanenza,l'aggravarsi inesorabile,visibile e continuo del suo
stato, mi avevano messo in corpo una considerevole agitazione...L’emozione scatenatasi era tale
da farmi accelerare il battito del cuore, la mia mano tremava, avevo paura
delle mie sensazioni. La fragilità dell’anima mia si rivelava in tutta la
sua grandiosa potenza rischiando di travolgermi...pensavo che da un
momento all'altro potessi crollare...Guardando Barbara
immediatamente ritrovavo la forza per resistere. Cosa avrà provato Katia, nel compiere la stessa
trascrizione, con il suo vissuto, i suoi problemi, le sue aspettative
future, i suoi sentimenti così messi a dura prova? A cosa si sarà
aggrappata per trovare la forza di resistere a tali tempeste di emozioni?
Mentre scriveva questa poesia il suo pensiero era di sicuro
rivolto a noi che restavamo...aveva capito che le restava poco
da vivere...
"NON VOGLIO CHE MUOIA LA MIA EREDITA’ DI
GIOIA"
era uno dei versi
sottolineato in rosso... Ho continuato comunque a scrivere, poi infine
ho scritto il nome
dell’autore... mi sono voltata ed ho visto il suo volto segnato dalla
sofferenza, pallidissimo, di un bianco lunare... mi sono avvicinata, le ho
preso la mano e...lei non respirava già più...
Un momento da non saper
descrivere...mi fa male solo il ricordo,il dolore di Barbara... Da quel momento in poi, noi non saremmo
stati mai più le
persone che eravamo prima...
Di colpo la nostra vita cambiava repentinamente,
Katia ci aveva lasciati per sempre. Io sono certa che quella poesia era
per lei,come fosse il suo testamento,un testamento spirituale da
accogliere e applicare come un messaggio da infondere. Nulla
accade per caso, ed è questo il motivo per cui i miei occhi sono caduti sopra quella pagina
proprio in quel preciso momento, ed è
anche per questo, il motivo per cui è la poesia che accompagna la sua foto ricordo.
Mi chiedo sempre ancora
oggi di come possa una ragazza amante della vita come lo era
Katia a pensare come ultima cosa agli altri che restano e non a
lei che lasciava tutte le cose belle che sapeva amare:il mondo
tutto intero! |