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Io e Katia amavamo tantissimo ritagliare dalle riviste ogni cosa che ci toccava l’anima. A volte erano delle semplici frasi che, messe una accanto all’altra in modo creativo, ritrovavano nuovi significati: un caleidoscopio di parole e immagini composto a nostro piacimento. I nostri pannelli-collage ne erano un visibile esempio. Sopra quelle tavole sono passati anni di vita vissuta, una pratica letteraria e sociale: con foto di famiglia e amici, con ritagli di argomenti vari, cartoline, foto di manifestazioni di pace, di guerra e d’amore. Il nostro era un intenso lavoro di ricerca e scambio. “ Mamma, guarda questo articolo, leggilo e poi ridammelo, é bellissimo, voglio conservarlo. ” Era un rincorrersi di pagine strappate dal loro contesto che, così, entravano a far parte della nostra raccolta di testi da salvare e conservare. Strumento d’analisi, di riflessione, di crescita, di resistenza e salvezza contro il grigiore, il piattume e la monotonia che ci assediano quotidianamente: per contrastare gli assalti dell’oscurantismo imperante, dall’agnosticismo e dalla mancanza di umanità. Era un giocoso e piacevole passatempo dedicato al sapere: tutte e due eravamo sedotte dal piacere tra le righe. Questa raccolta é l’immagine spirituale di Katia che ci conduce nei luoghi mentali dove amava soffermarsi nei momenti di pausa e divagazione. Spesso mi prendeva in giro perché leggevo giornali e riviste ormai vecchie anche di molti anni che gli amici, sapendo di questa mania, solevano portarmi. Un giorno tornò a casa con un piccolo ritaglio che, ridendo come solo lei sapeva fare, mise in bella vista sopra un pannello che ancora conservo com’era.
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