Decisi che era tempo di fare outing,
andai al lavoro e poi dal mio capo, gli dissi che volevo fare
outing, lui mi chiese cosa cazzo era l’outing. Gli risposi che
oggi tutti facevano outing, Cecchi Paone era andato in
televisione per dire a tutti che era frocio, quello era outing,
la De Rossi del grande fratello aveva fatto altrettanto dicendo
in pubblico che era una vacca, outing pure quello. Gli spiegai
che l’outing era un pretesto, una terapia, era la moderna
psicanalisi mediatica, il lettino virtuale, un modo per
confessare, in pubblico e in modo teatrale, la propria vita
privata e le proprie inclinazioni sessuali, poi gli dissi che
ero un anarco-insurrezionalista e che di li a poco avrei portato
un attacco informatico contro l’azienda, l’attacco consisteva
nel far comparire su tutti i computer aziendali il video di sua
moglie che scopava con il direttore dell’azienda nostra
concorrente. Il capo abbozzò, si morse un labbro poi cominciò a
singhiozzare, disse che la moglie lo tradiva per via delle sue
tendenze pedofile, disse che la sua vita era un disastro e che
non sapeva come uscirne, poi mi abbracciò forte, mi disse che
avevo ragione sull’outing, che si sentiva liberato, sollevato,
disse che avrebbe detto a tutti che era un pedofilo, poi si mise
a piangere sulla mia spalla come un bambino, io intanto avevo
attivato l’interfono, le nostre parole riecheggiavano in tutti i
reparti. Uscimmo dall’ufficio abbracciati, i colleghi dei vari
reparti erano li ad aspettarci, quando ci videro uscire
esplosero tutti in un fragoroso applauso, avevo raggiunto lo
scopo dell’outing.
Tornando a casa mi fermai giù dal
portiere, gli dissi che volevo fare outing, lui rispose che se
proprio la dovevo fare che la facessi a casa mia, gli spiegai
cos’era l’outing. Gli dissi che era uno spazio di fuga dalle
nostre piccole e grandi menzogne, gli parlai delle proprietà
taumaturgiche che quel pensiero portava con se, poi gli dissi
che il suo cane, quel piccolo bastardello, l’avevo ammazzato io
perché pisciava sempre fuori la mia porta. Il portiere mi guardò
stupefatto, non s’aspettava quella rivelazione, tra le lacrime
mi disse che sodomizzava di continuo quel cane e che lui per
vendetta pisciava sulle porte dei condomini, disse che era morto
per colpa sua e che avrebbe espiato, grazie all’outing avrebbe
detto a tutti che era un sodomizzatore di cani, nel frattempo io
avevo attivato i citofoni così tutti i condomini potettero
sentire quella confessione. Uscimmo fuori mano nella mano, il
portiere era raggiante e rilassato e non la smetteva di
ringraziarmi. Dai piani del palazzo arrivava un vociare
insistente, c’erano tutti i condomini affacciati che facevano
outing l’un l’altro, uno spettacolo meraviglioso, era nato
l’agorà del nuovo millennio, un mondo in cui le persone
mettevano in mostra, a testa alta e senza paure, tutte le loro
più profonde depravazioni.
A casa trovai mia moglie, le dissi che
volevo fare outing, lei mi rispose che non aveva voglia perché
era stanca ed aveva mal di testa, le dissi che l’outing era
meglio del sesso e dell’orgasmo, le spiegai che l’outing era più
di una confessione, era la moderna preghiera laica, la nuova
dottrina che avrebbe spezzato le catene di tutti gli esseri
umani, poi le dissi che per anni m’ero scopato le sue tre
sorelle. Lei sprofondò sul divano, si mise la faccia tra le mani
per la disperazione, mi disse che l’aveva sempre saputo ma che
c’era anche dell’altro, mi disse che ero sterile e che i due
bambini che avevamo non erano i miei, non era un caso che quando
i bambini chiedevano del padre guardavano sempre il ragioniere
del palazzo di fronte. La presi tra le mie braccia per
tranquillizzarla, le dissi che questo era tutta opera
dell’outing e che non doveva preoccuparsi, anche se, ad essere
sinceri, non erano proprio questi gli effetti che m’aspettavo.
da cattiveinclinazioni 24/01/2005
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