Dal quaderno di Saramago
Esistono
persone che sembrano non appartenere al mondo e al tempo in
cui vivono.
Ana è una di queste persone.
Come tanti della sua generazione, arrestato e incarcerato
dal fascismo spagnolo, soffrendo l’indicibile nel corpo e
nello spirito, sfuggendo in extremis a due condanne
a morte, è, nel senso pieno del termine, un sopravvissuto.
La prigione non ha potuto nulla contro di lui, e sono 23 gli
anni passati senza libertà.
Col tempo, la dura realtà della prigione finisce per
sovrapporsi alla realtà esterna, diluendola in una imprecisa
nebbiolina che è necessario espellere dalla mente ogni
giorno che passa per non perdere la sicurezza in se stessi,
per quanto fragile essa sia.
Marcos Ana non solo ha salvato se stesso, ha salvato anche
molti suoi compagni di carcere, trasmettendogli coraggio,
risolvendo problemi e conflitti, come un odierno giudice di
pace.
Fermo nelle sue convinzioni politiche, ma senza permettere
al suo giudizio critico di esserne influenzato, Marcos Ana
trasmette a chiunque gli si avvicini un irreprimibile
sentimento di speranza, come se si pensasse: “Se lui è così,
anch’io posso esserlo”.
Recuperata la libertà non è rimasto in casa a riposare. È
tornato alla lotta politica, rischiando di essere ancora
arrestato, e ha dato inizio a un notevole lavoro di
assistenza e aiuto a quelli che continuavano a essere in
prigione.
A 87 anni finisce
di scrivere
Decidme como es un àrbol
(Dimmi com’è un
albero), cronaca oggettiva e allo stesso tempo appassionata
di quel periodo buio.
Disse : è un libro necessario, di memorie, di ricordi, di
testimonianze, di immagini di poeti e intellettuali che
hanno lottato per la libertà, di poesie (le mie), di
riflessioni, di versi di altri poeti. Un libro che racconta
non solo la mia vita, ma le idee che abbiamo condiviso con i
compagni….
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Ditemi com'è un albero.
Ditemi il canto del fiume
quando si copre di uccelli.
Parlatemi del mare. Parlatemi
del vasto odore della campagna.
Delle stelle. Dell'aria.
Recitatemi un orizzonte
senza serratura né chiavi
come la capanna di un povero.
Ditemi com'è il bacio
di una donna. Datemi il nome
dell'amore: non lo ricordo.
Profumano ancora le notti
d'innamorati con tremiti
di passione sotto la luna?
O resta solo
questa fossa,
la luce di una serratura
e la canzone delle mie lapidi?
Ventidue anni...
Già dimentico
la dimensione delle cose,
il loro colore, il loro profumo... Scrivo
alla cieca: "il mare, "la campagna"...
Dico "bosco" e ho perduto
la geometria dell'albero.
Parlo per parlare
di argomenti
che gli anni mi hanno
cancellato.
(Non posso continuare: sento
i passi del funzionario)
Marcos Ana |
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http://es.wikipedia.org/wiki/Marcos_Ana
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