...La felicità, dicono, è uno stato di grazia, si prova il desiderio di farne partecipi gli altri, di arricchire l’universo come la neve cova il seme e il sole indora la spiga. Menzogne. Quando si manifesta esteriormente, non è la felicità, ma la sua parodia e spesso sono i poveri di spirito a scambiare le soddisfazioni materiali per il suo esaltante equilibrio… Sono contento dei miei rapporti con Ivana, sempre drammatici anche nei periodi di maggiore sereno: essi hanno contribuito alla formazione del mio carattere…….Ora so che la felicità è un sentimento segreto, esclusivo, inquisitorio, dolcissimo e supremamente crudele. Vi si sta arroccati come in un palazzo di ferro e cemento dalle grandi vetrate; nello stesso tempo è un riflesso sull’acqua che non solo la brezza ma anche l’ombra di un passante può alterare. Ha un volto fisico quello di Lori; ed un viso recondito “vecchio di millenni” Lori dice, è ogni giorno più giovane, che entrambi ci rassomiglia. E’ l’immagine del nostro amore, nota a noi soli e che a noi stessi certe volte sembra appannata. Dà allora l’impressione di uno specchio collocato tra le nostre due persone come se, stando accanto, non ci potessimo raggiungere: le mani sono gelate, gli sguardi assenti, le labbra mute. Accade quando qualcosa di esterno si inserisce dentro la nostra sfera. Il mondo ci è addosso, ci costringe a ritirare il filo dell’aquilone su cui navighiamo… E un’altra cosa so della felicità, che essa è muta. E’ la perfezione e non consente di essere interrogata. Soltanto il suo esatto contrario ce ne offre, benché approssimativa, una misura. Lo specchio della felicità è il dolore, le sue tenebre danno rilievo a delle forme altrimenti accecanti....

 

da “La costanza della ragione” (Vasco  Pratolini)

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