TRAMA
Geremia de' Geremei ha settant'anni. Vive in una cittadina
dell'Agro Pontino ed è proprietario di una piccola sartoria.
Brutto e sgraziato vive in una casa buia con la madre
paralizzata. La sua vera fonte di guadagno (rigorosamente
depositato in cassette di sicurezza) è però l'usura. Paolo
Sorrentino torna a visitare gli abissi della coscienza. Lo
fa questa volta con la collaborazione di un cast totalmente
all'altezza, a partire dalla intensa interpretazione offerta
dal protagonista Giacomo Rizzo. Il suo non è un film di
denuncia di un fenomeno più che mai diffuso in Italia. È
invece un atto di accusa molto più deciso nei confronti
dell'atteggiamento di uomini e donne del nostro tempo. Se
Geremia è quasi ributtante per il modo in cui attrae e
trattiene nella sua tela fatta di continui ricatti le
proprie vittime, coloro che lo circondano non sono da meno.
Solo che, a differenza di lui, non hanno le phisique du role
e risultano quindi molto più difficili da individuare. È una
società corrotta nel profondo quella che Sorrentino porta
alla luce con mano ferma sia dal punto di vista della
sceneggiatura che da quello della regia. Ci offre squarci di
luciferina crudeltà, ci lascia scaricare la nostra buona
coscienza addosso al protagonista ma poi...
Giancarlo Zappoli
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