Un film delicato, lucido, leggero e profondo allo
stesso tempo, che affronta con toni sottilmente ironici un tema di
difficile rappresentazione. Il dolore è raccontato in prima persona
(alla camera) da chi lo patisce, non solo attraverso i ricordi dei
momenti più umanamente formativi ma anche attraverso quelle certezze che
consentono di cogliere la paradossalità di una situazione in cui la cura
sembra uccidere più della malattia, in cui i medici sembrano saper meno
di vita e di morte di quanto non sapesse un poeta del Seicento. La
differenza tra il tutto e il niente sta in una virgola, e Nichols pare
voglia dirci che più della scienza, sa coglierla la poesia o chi conosce
(perché la crea) la poesia della vita: le donne.
LoSpaccone @ 23/09/2009
Una meravigliosa Emma Thompson in un film drammatico e commovente sulla
malattia, sul senso della morte e sul valore della dignità umana
Tratto dall’omonima commedia teatrale di Margaret Edison, il film “Wit -
La forza della mente” racconta la storia di Vivian Bearing (Emma
Thompson), una professoressa di letteratura inglese che si trova ad
affrontare il dramma della malattia. Dopo la diagnosi di cancro alle
ovaie che non lascia alcuna speranza, la donna accetta di sottoporsi ad
una serie di trattamenti sperimentali - brutali e ripetuti - che la
rendono agli occhi dei medici una sorta di “cavia da esperimento”.
Nel film lirico e intenso la lotta alla malattia viene vista con gli
occhi della poesia, tra i ricordi del momento in cui Vivian scopre il
valore e la bellezza delle parole e il pensiero della morte, al centro
dei sonetti sacri di John Donne, poeta del diciassettesimo secolo in cui
si era specializzata.
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