Katia mio tesoro, rotolano le
ore, i giorni, le settimane i mesi e gli anni. Rotolano uno
dietro l’altro come un treno impazzito che non ferma più in
nessuna stazione. Inesorabilmente passano gli anni incuranti
delle cose che accadono nella nostra vita. Come può una
madre, nonostante siano passati molti anni, mettere in un
angolo quel dolore che lacera l’anima per l’ingiusta perdita
di sua figlia? Il cuore sanguinerà vita natural durante.
Anche quando la bocca ride e, che può far credere quello che
non è, perché passato quell’attimo di superficiale felicità
tutto svanisce per ricondurti in quello spazio angustio dove
tu ti chiedi ancora oggi: perché? Perché un’anima splendida
e solare come la tua è stata privata della vita? Perché
togliere a te il futuro e a una madre la carne della sua
carne? Perché? Perché il destino si è accanito in modo così
brutale su di noi? Perché? Vorrei trovare un senso a tutto
questo ma, come canta Vasco, un senso non ce l’ha.
I miei tentativi per
contenere questa falla nel cuore non funzionano più.
La morte è un dato di fatto
ineluttabile ma non può esserlo alla tua splendida età
perché restava ancora troppo da conoscere, da esplorare da
compiere...Incompiuta, ecco la tua vita può definirsi così.
Anche se tu spesse volte cercavi di “consolarmi” dicendomi e
raccontandomi che la tua vita era felice e che per questo
riuscivi a sopportare quello che ti stava capitando. Perché,
dicevi spesso, che ci sono persone che vivono senza essere
consapevoli del dono immenso che hanno da spendere...Non
sanno farne buon uso, pensano solo a quello che non hanno e
non sanno godere di quello che possiedono o che stanno
vivendo in quel momento. Lei per fortuna era incredibilmente
sempre “sul pezzo” come si dice, sempre presente e viva nel
suo quotidiano vivere. Sapeva trovare la bellezza in ogni
dove, in ogni persona. Non esisteva posto buio per lei!
Vedeva tutto luminoso e splendente ed ecco perché era bello
viverle accanto come madre, come sorella, come amica perché
quella luminosità, standole vicini era capace di
trasmetterla, inconsapevolmente, a chi le era vicino come
fosse un riflesso... In questo mio raccontarla, possono
essere testimoni,che quanto affermo è la pura verità, non la
visione di una madre che idolatra la propria figlia, tutte
le persone che hanno avuto il piacere di conoscerla. Questo
effetto era sorprendente perché era recepito con chiarezza
anche da chi l’aveva conosciuta da poco...
Come si può accettare di non
avere più accanto una figlia che era capace d’ispirare tutto
questo? Questo dono di energia positiva quotidiana
cominciava non appena apriva gli occhi, trovava sempre un
incentivo che le illuminasse la giornata...
Neanche la crudele malattia è
riuscita a toglierle questo dono! È stata sempre, finché nel
pieno delle sue facoltà, serena e sorridente, era riuscita
ad amare la vita anche nella condizione di malata
oncologica...Nell’hospice, dove ha trascorso l’ultimo mese,
ci sono ancora persone che lavorano lì che, nonostante siano
passati molti anni, non l’hanno mai dimenticata...
Il giorno della sua
dipartita, mi è stato riferito che anche il
dottore-direttore dell’hospice di quell’ultima spiaggia, non
ha saputo trattenere alle lacrime nel vederla sopra quel
catafalco grigio. Lei, pareva fosse addormentata. Bellissima
come una moderna “Giulietta” con il suo vestito rosa fucsia
per l’ultimo viaggio. Un copricapo fatto all’ uncinetto con
delle perline argentate ,( che avevo cucito qua e là per
richiamare il prezioso pettorale fatto di tanti fili
d’argento) per nascondere la mancanza dei suoi splendidi
capelli...Ai piedi nudi, (i sandali che avevo pitturato in
fretta e furia d’argento, non entravano per via del
gonfiore) quindi ero uscita stravolta in cerca di una
merceria dove comprai dei nastri fucsia che le avvolsi tra
le dita dei piedi e alla caviglia come fanno le ballerine...
Ecco questa è l’ultima immagine che abbiamo di lei!
Lei che, esce a piedi scalzi
dalla vita terrena, come dovesse andare leggera ad un ballo
tra le stelle... il suo ultimo ballo!
È riuscita ad essere bella
anche andandosene per sempre beffando così la morte.