Vallerotonda  Settembre 2007

Carissima Katia,
in questo momento sono sul balcone della casa di Vallerotonda e sono sola. Alzo gli occhi al cielo incredibilmente pieno di stelle e mi sembra di restare appesa ad un filo, sospesa a mezz’aria.
Tanta bellezza mi toglie il respiro!…La via lattea sembra così vicina che potrei incamminarmi vero di lei. Quel lattiginoso percorso è magnetico e invitante: mi fa sperare di arrivare , così, verso lidi sconosciuti che potrebbero condurmi nell’impossibile….Scrutare questo cielo che abbraccia e accoglie ogni cosa , niente e nessuno escluso, ipnotizza e incanta. Tutto tace e invita alla riflessione. Astrazione e realtà quasi si toccano. Fluttuano leggere nel vuoto le eterne domande che resteranno ancora una volta senza risposta… Sento che è molto pericoloso abbandonarmi nelle braccia di questa magica conciliazione temporanea con la natura. Lo sento nell’aria, nella testa e sulla pelle. Un leggero vento alterna e mescola voci, suoni e silenzio. Come non pensare a te? Cerco di sdrammatizzare, di vedere le cose da altre prospettive: cerco di pensare che per me il 24 settembre sia diventato una specie di Capodanno. In fondo per questa ricorrenza non balliamo e cantiamo in tuo onore? Non facciamo forse baldoria come piaceva tanto a te? Magari, anche se non amiamo confessarlo, facciamo tutto quel casino anche per coprire con  schiamazzi e canti, l’urlo di dolore che impetuoso ci assale. Nel mio calendario personale l’infausto giorno è marchiato a fuoco. Gli anni saranno legati a quel fatidico giorno. Quattro. Sono incredibilmente quattro anni e l’enorme vuoto lasciato da te si è fatto giorno dopo giorno, ora dopo ora, aperta voragine… Da quando non ci sei ondate di dolore vanno e vengono. Il mio cuore sembrava capace di arginare ogni tipo di tormenta, s’illudeva di contenere con maestria le avversità che ci hanno travolto e ridotto a brandelli, malinconia e rabbia mi avvolgono con inaudita violenza. Mi investono proprio mentre mi pensavo al sicuro. Sicuro dove? Dove nascondere il mio cuore straziato? Il ricordo mi trafigge, m’inchioda con le spalle al muro. Dove trovare rifugio? Invano tentiamo di seppellire il dolore e la malinconia con ogni mezzo, con trucchi e giochi da prestigiatori da strapazzo.  Come un’assillante ritornello la tediosa e insidiosa malinconia  batte incessantemente nella testa e nel cuore, colpendo a tradimento con la sua feroce lama, mimetizzata sotto cumuli di bei ricordi. Tanti bei ricordi che tento disperatamente, ogni attimo, di riportare a galla. Veramente un’ impresa titanica afferrare i più significativi! Dalla rete che ho gettato tento un ripescaggio…dalle maglie sfrangiate ne sfuggono diversi, le trame sfilate s’intrecciano con i ricordi che affiorano in superficie. Momenti di tenerezza infinita: vedo te bambina che nuoti per la prima volta con tuo padre nel mare della Calabria e non fai altro che gridare: “ E’ bellissimo! E’ bellissimo! Riesco anche a vedere i pesci che corrono con me…bellissimo!…” Poi il ricordo di te, ancora in convalescenza, ma sempre incosciente e spericolata, che ti lanci in quel volo con il parapendio. Dio mio! Credevo di morire nel vederti prendere la rincorsa per lanciarti nel vuoto dall’alto della montagna…Incredibilmente in quel frangente mi sembrasti la stessa bambina che imparava a nuotare. Anche in questa circostanza urlavi al vento “Mamma è stupendo! E bellissimo! Bellissimo, buttati, buttati anche tu!”…
Cara Katia, anima mia, scriverti è come percorrere un sentiero che mi conduce a te, come prendermi cura di te. Adagiando le parole sopra la carta distendo un tappeto prezioso intessuto di gemme rare. Un tappeto cosparso di fiori e fragranze, intrecciando parola dopo parola come fili che compongono una lunga litania. Una infinita catena di articoli, verbi, aggettivi, puntini… Mi aggrappo a loro per trascinarmi fino a te, per toccare la tua sottile anima sospesa…per incontrarci nella terra di nessuno…
Il suono degli “Scacciapensieri” appesi sul balcone mi riporta alla realtà. E’ come svegliarmi da un brevissimo sogno, solo un sogno ingannatore, ma benedetto, che dura lo spazio necessario per riprendere fiato e continuare ad andare avanti. Dobbiamo andare avanti necessariamente, testardamente e fieramente, a testa alta.
Siamo decisi a resistere agli attacchi impietosi del tempo che passa e che, invece di allentare la morsa, acuisce la invalicabile lontananza, determinati a non tradire il tuo grandioso rispetto e amore che avevi per la vita.  Da parte mia, flagellarmi quotidianamente con le tue immagini radiose di maestosa gioia di vivere, quelle  che  mi offrono le vecchie cassette, ha per me un compito pedagogico: mi ricordano come si deve vivere, come si deve amare la vita, nonostante tutto, perché questo era il tuo credo, la tua legge. Noi, più fortunati di te, siamo insieme in questo nuovo anniversario per onorare il tuo desiderio e fino alla fine dei nostri giorni ne terremo  conto.
Come non sentirsi miracolati e grati già solo del fatto di poter contemplare questo cielo limpido che suggerisce suggestioni da decifrare, ispira e mette in moto pensieri e nuove sensazioni? Dobbiamo urlare:“Grazie alla vita”, come amavi dire te, per avere ancora questa possibilità di godere dello spettacolo gratuito e così a portata di mano che ci regala la natura, solo perché siamo qui ed ora. Possiamo davvero esultare in armonia con gli occhi e con il cuore. Grazie alla vita!
Aver preso consapevolezza, aver ritrovato questa percezione quasi mistica di rivelamento sensoriale, che il frastuono ed il caos della città mi avevano annebbiato è un regalo inatteso. Questa serata, seppure malinconica, mi concede un'altra boccata di ossigeno e mi riconsegna l’anima, poco fa pietrificata dal dolore, pronta a farsi incidere, trafiggere o solo sfiorare, da nuove emozioni.
Mi piace terminare questa lettera trascrivendo due piccoli frammenti estrapolati da un minuscolo grande libro ("Neve "di M.Fermine) che in questi giorni mi ha dato in prestito Andrea Volante, che ringrazio vivamente perché l’ho letto davvero tutto d’un fiato e con vero piacere:

“…vivere ogni ora della vita all’altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell’immaginazione.”

“Ci sono due specie di persone:

 Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono.

 E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.”

Queste piccole frasi racchiudono molto della nostra filosofia di vita...
Con infinito amore

mamma Bruna

 

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Invito Ricorrenza Sett. 2007

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