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LETTERA
PER KATIA
24
Settembre 2011
24 SETTEMBRE
2011
Carissima
mia adorata Katia, ancora un tuo anniversario per dirmi,come se
fosse possibile non quantificare i giorni della separazione, che
nonostante tutto il tempo scorre...Nel frattempo il peso dei
miei dolori si è appesantito,dolore sopra dolore. Il mio patire
non conosce fine. Nel luogo dove sei tu,ora ti ha raggiunto,non
senza sofferenze, anche tuo padre. Resto senza parole nel vedere
il destino che continua a trafiggermi nei miei affetti più cari,
senza ritegno alcuno. Come farsene una ragione? Di questo calice
amaro quanto ne resta? Sarò brava a non lasciarmi andare? Sono
tante le domande senza risposta che restano sospese a fluttuare
nell’aria come in cerca di appigli per resistere. Si fa una gran
fatica a non soccombere con queste sconfinate pene addosso. Sì è
proprio così, me le sento tutte addosso,fisicamente e
mentalmente...Questa mia via crucis è infinita, ho paura anche
del nuovo giorno che inizia, presa dal timore che altro potrebbe
accadere...
E’ inutile
chiudere i portali della memoria della sofferenza con porte di
ferro e sigilli, sempre c’è una fessura dove entra il ricordo
più atroce e più insopportabile della sofferenza,tua e di tuo
padre, patita anche per lasciarvi alle spalle questo ingiusto
mondo.
Costruisco
cattedrali di bei ricordi che inevitabilmente crollano sotto il
peso della recente perdita di tuo padre...Mi domando cosa
avremmo fatto di tutto il tempo sottratto alla tua giovane vita.
Quanta gioia ancora avresti saputo regalare a noi, ai tuoi
amici, quante tue risate incredibili avremmo ancora
ascoltato...Uno dei pensieri ricorrenti è proprio questo:il
tempo che ti è stato rubato. Poi ancora mi domando come avresti
reagito al tempo che inevitabilmente avrebbe segnato il tuo bel
viso con le rughe...Poi ho subito la risposta. Non ti sei
preoccupata per niente del tuo naso pronunciato, figuriamoci se
ti saresti mai affidata alle mani di un chirurgo solo per
apparire più giovane. Lo avevi fatto per il seno sì, ma lì non
avevi avuto scelta: o la menomazione o la ricostruzione. Ma ora,
basta vedere solo il lato brutto della vita a noi riservato vado
ad attingere ai ricordi più belli.
Le insidie
sono celate anche nei ricordi, possono dirompere i brutti e
subissare quelli belli,ma è un rischio da mettere in conto,nulla
ci viene regalato. Infatti , chiedo al cielo, che almeno non mi
sia derubata anche la sacra e preziosa facoltà del ricordo.
Che io possa
sempre attingere lucidamente a questa fonte inesauribile. Che io
possa, fino a quando esalerò l’ultimo respiro, nutrirmi di
queste piccole briciole di vita raccolte qua e là nelle stanze
della memoria. Briciole sì,saranno pure briciole, ma hanno un
grosso potere e responsabilità : mi salvano dall’allontanamento
reale dei miei perduti e amati amori. E colmano,almeno in parte,
la mancanza di nutrimento della mia anima fragile e affranta.
Dalle remote stanze della memoria escono accavallandosi ricordi
su ricordi...
Come
dimenticare tutte la Sante feste in famiglia? Quelle bellissime
tavolate tutt’ insieme che terminavano sempre con canti e balli?
Le tue cene con gli amici che invadevano allegramente le nostre
stanze... Come dimenticare le tue “uscite” di bambina che ogni
qualvolta le ricordiamo ridiamo ancora a crepapelle? Come quella
volta che facesti credere alla tua bisnonna Luisa,che da te si
faceva fare letteralmente tutto,che avevi delle doti di magia.
Alla tv davano i risultati del gioco del lotto e la tua
birbanteria ti fece improvvisare uno scherzetto per la povera
vecchina analfabeta. Insomma in poche parole tu leggevi il
numero prima che venisse annunciato e lo dicevi con voce seria:
“ecco ora esce il 23,ora esce il 45...”.la faccia della nonnina
impallidiva...e tu andavi via via dicendo sino alla fine. Eri
tutta soddisfatta e trionfante che eri, almeno solo per nonna
Luisa, una piccola magica bambina. Come tante altre volte la
coinvolgevi nei tuoi giochi. Giocare a nascondino in casa, ti
piaceva davvero tanto vederla girare nelle stanze senza mai
trovarti...altre volte. sempre con lei,la povera e paziente
nonna Luisa, la mettevi seduta con un quadernino ed una penna,
poi allineavi anche le tue bamboline tutte diligentemente con
penna e foglio...e poi iniziando da lei pretendevi d’insegnarle
a scrivere e leggere. Quante ore hai trascorso così...
E come
dimenticare quando ci raccontasti che,sempre da bambina, eri
convinta che quando,andavamo a comprare le uova fresche ed il
negoziante le inseriva in uno scatolino che poi
s’illuminava...tu pensavi che se l’uovo era fresco si accendeva
la luce e se no restava spento? Oppure del detto “A caval
donato non si guarda in bocca” te eri convinta che solo al
cavallo che si chiamava Donato, non bisognava guardarlo in
bocca...
Katia
carissima, come non pensare a tua sorella Barbara che ha vissuto
allacciata a te,tutta la sua adolescenza, giorno e notte, visto
che condividevate il lettone insieme? Come non ricordare tutte
le vostre uscite insieme a combinare allegre e salutari gite in
compagnia dei vostri amici? Come non pensare ora quanto le
manchi? Ora mi è di grande aiuto in questa difficile vita
quotidiana, è il mio grande piccolo amore che si deve fare forza
anche per me...
Katia Katia
come ci manchi!I tuoi abbracci calorosi! Quelle tue braccia così
lunghe che ti allacciavano come una morsa... I nostri riti
quotidiani: i tuoi baci,il buongiorno,la buonasera...le
chiacchiere sui film,sui libri,sul lavoro,sulla politica,le
canzoni...
Tutto finito. Punto.
Quando non ci sarà più nessuno che ci ha amato e conosciuto ci
sarà solo il silenzio. E' come se non fossimo mai passati in
questo mondo. Il silenzio ci dissolverà. Diverremo trasparenti.
E sarà come se noi non fossimo mai esistiti. Il silenzio però,
non avvolgerà il suo mantello sulle vostre vite Tu mia adorata
figlia, tu mio adorato marito siete salvi dall’oblio.
Io sono qui
a raccontare di voi.
Katia e
Renzo riposate in pace
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