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MARZO 2006
Adoratissima Katia,
questo giorno ormai per noi tutti simboleggia tristemente tutto quello che
non potrai più fare: niente feste di compleanno, niente eccitanti incontri
con gli amici, pranzi e cene conditi sempre con le tue fragorose risate,
niente corse in moto con i capelli al vento, niente mare e sole, niente di
niente... Restano solo gesti rimasti in sospeso: parole trattenute nel
buio del tempo eterno e muto, baci e carezze impossibili da fare,
impossibili da rinnovare, viaggi sognati, rimandati e mai fatti...
Fatalità proprio in questi giorni ho trovato in una rivista una foto che
illustra dei libri con delle pagine bianche... Il mio pensiero è volato
immediatamente a te: ho associato subito a quella immagine i tuoi diari
del futuro, sarebbe giusto dire quello che ti è stato rubato; e che per
questo quelli sarebbero stati, ormai, i tuoi unici possibili diari, quelli
che non hai avuto tempo e modo di scrivere. Sopra quelle pagine bianche ho
fantasticato a lungo. I tuoi impossibili giorni futuri. Cosa avresti
scritto ancora? Quali domande ti saresti posta? Quali esperienze di vita
ti avrebbero segnata? Quanti amori ti avrebbero coccolata e amata? I tuoi
bellissimi capelli avrebbero di certo qualche filo bianco. Saresti
riuscita ad avere il tanto sospirato figlio? In quale ipotetica pagina
sarebbero narrate le emozioni e le apprensioni di madre? Madre davvero o
solo madre mancata? In fondo ti rammaricavi solo di questa maternità
ancora non realizzata... Non mi ricordo dove ho letto che la morte è come
prima della nascita... allora forse te sei insieme al tuo impossibile
bambino mai nato? Mi piace pensare che annullato lo spazio e le distanze
voi due ora avete la vostra dimora in un giardino incantato dove tutto è
perfetto e possibile; dove tutto può realizzarsi: anche i sogni perduti,
riacciuffati per un lembo luminoso come una scia scintillante di una
cometa. Sogni, fantasie, crudele verità, tutto si mescola come in un
caleidoscopio, piccoli vetri colorati e acuminati: visti dentro il
cilindro di cartone sono fantastici ma se li prendi tra le mani e vuoi
stringerli, toccarli, sentirli puoi ferirti davvero! Bisogna imparare a
maneggiare le cose che feriscono, io sono diventata molto abile in questa
pratica forse perché mi alleno molto!
Guardando malinconicamente quei candidi fogli ho immaginato lo scorrere
del tempo, e le pagine per un attimo, come per magia, hanno cominciato a
girare una per una, improvvisamente, come se una ventata fulminea le
avesse fatte scorrere velocemente... in un attimo gli anni che non hai
vissuto sono volati via... spazzati via da un gelida raffica di vento che
mi ha lasciato un brivido sulla pelle.
Però per merito tuo e per mia fortuna, ancora ad oggi e per molto tempo
ancora trascorro i miei pomeriggi a contatto con le tue infinite raccolte
di diari e cartelline di materiale vario: articoli di giornali, appunti,
lettere sparse... L’immersione quotidiana nelle tue intime carte ha il
potere di lenire la mia ormai eterna dannazione. Passando attraverso le
pagine dei tuoi scritti e la tua calligrafia quasi crittografica mi sembra
di entrare in contatto con te. Vivo nel riflesso di ciò che è stato. Ho la
netta sensazione di trovarmi proprio dentro di te, e mi perdo nei meandri
della fantasia che sembra seguire docilmente i tuoi concetti e le tue
riflessioni trovandomi così a rivivere il riverbero delle tue emozioni,
delle tue sensazioni e anche la tua vita. A chi mi dice che forse tutto
questo forse non è salutare per me, io rispondo che in fondo non può farmi
male più di quanto ho dovuto sopportare con la tua sofferenza e poi con la
tua inaccettabile scomparsa... Oggi proprio per questo tutto ciò che
riguarda te ed il tuo passato è per me linfa vitale e ragione di vita
perché è l’unico modo per averti accanto. Una personale rivalsa contro la
morte, per non accettare passivamente il “ nulla ” , il vuoto,
l’assenza... Come potrei reggere il peso dei giorni e dei mesi che passano
senza un filo, che pure se sottile e fragile, ha il potere di farmi
sentire in coesistenza con te? Anzi ti ringrazio mille e mille volte al
giorno per aver lasciato dietro di te , come un moderno "pollicino" dei sassolini che non mi hanno fatto perdere la strada, anzi
mi permettono di giungere fino a te.
Una doppia resurrezione, la mia e la
tua, rinnovata ogni qual volta tocco e leggo le tue scritture. Miraggio,
illusione, o sogno, poco importa cos’è, se questo gesto mi trasporta
idealmente accanto a te, sia benedetto! Giorno dopo giorno imparo a
conoscere quella parte di te che giaceva nell’ombra...la parte che
racchiude le tue più intime riflessioni, la tua anima, e questo rende
ancora più emozionante il nostro incontro cartaceo: sempre di più mi
avvicino al tuo cuore e mi salvo dalla pazzia. Estraggo dalle tue fitte
pagine, scritte così con tanto impegno e perseveranza, la luce che eri
capace di infondere con la tua presenza, questo è quello che faccio
quotidianamente; ci scivolo dentro illuminandomi di riflesso e subito
vengo risucchiata dai nostri ricordi familiari. Si dice che nulla accade
per caso: che i tuoi diari siano la mia salvezza? E’ proprio grazie a te
che sfuggo alla follia, alle tue raccolte di foto, alle tue scatole piene
di ricordi, alle tue raccolte di libri. Anche nelle pagine di quei libri
vado a ridosso e rincorro le tue frasi e i periodi sottolineati... Provo a
rintracciare con impegno ed idealmente l’elaborazione del tuo pensiero del
momento che fu; cerco di entrare come in un passaggio segreto per tentare
di scoprire, attraversandolo, nuovi orizzonti. Mi sforzo di individuare
quali di quelle parole, di quel brano ti colpì così tanto da lasciare
evidente (con la biro) la traccia del tuo passaggio di accanita lettrice.
Cerco di scoprire il punto esatto del tuo coinvolgimento emozionale, del
tuo stato d’animo in quel preciso momento. Dove trovo quelle linee
tracciate comincio a pensare al significato che potresti aver tratto... a
chi pensavi per similitudine... Oppure se quello che era scritto era invece
solo un punto da ricordare per tornarci sopra per riflettere meglio,
oppure per discuterne insieme a... Si, proprio così, perché mi è capitato
anche di trovare dei nomi accanto ai brani sottolineati. In questo modo si
moltiplicano le storie dei vari libri, perché oltre i personaggi mi
ritrovo a fare i conti con te, con i tuoi appunti e di conseguenza
riprende il mio viaggio per incontrarti... L’amore è un grande e potente
mezzo di trasporto, vedi bene come mi smuove da un punto all’altro pur
restando ferma e immobile, distesa nel mio divano, infatti le mie
esplorazioni attraverso i tuoi scritti e le tue letture non finiranno mai.
Ma come è duro e crudele doversi accontentare delle briciole..., e
mostrarsi di conseguenza come soddisfatti... Non tanto per prendere in
giro gli altri o se stessi ma perché ci si vuole convincere che anche
questo è un metodo di resistenza valido e sostenibile. In fondo non ce ne
sono molti da adottare. Ci vorrebbe un filtro che faccia dimenticare il
dolore e magari in un futuro sarà anche possibile. Ma se insieme al dolore
correremo il rischio di dimenticare chi abbiamo ardentemente amato non
credo che sia una giusta strada da percorrere. Se non soffrire vuol dire
cancellare per sempre i ricordi, no, non possiamo accettarlo perché
significherebbe rinnegare il nostro passato! La struttura del nostro modo
di essere è un compendio del nostro passato: fatto di gioie e dolori. Se
il prezzo da pagare per tenere vivo il ricordo di chi si ama, anche dopo
la sua morte è il dolore, che venga il dolore e tutti i suoi derivati:
tutte le scale ed i percorsi più faticosi, tortuosi e laceranti pur di non
perdere o dimenticare il passato vissuto con la persona amata saranno
accolti. E’ un bene troppo grande la memoria, ogni qual volta hai
desiderio di “vedere” la persona amata che non è più con te puoi
ritrovarla inalterata e luminosa nei tuoi pensieri. Dentro di te esiste il
suo sacrario, la sua dimora eterna dove nulla se non la morte può
cancellare e annullare per sempre. Per questo finché avrò vita, fino
all’ultimo respiro io RICORDERO’ !
Con infinito e indelebile amore
la tua mamma