Figlia mia adorata,

BRUNA VERRECCHIA VERDONE·MERCOLEDÌ 15 MARZO 2017-115 letture

 

15 Marzo 2017

Figlia mia adorata,

 ecco un'altra volta siamo arrivati alla dolorosa data del tuo mancato compleanno…Ti è stata rubata la possibilità di compiere questo cammino in avanti con gli anni, sei rimasta bloccata sulla strada dei 37 anni, un percorso il tuo, che era sempre un continuo inno alla vita. Non c’era giorno che tu non avessi voglia di celebrare in serenità e gioia la giornata che si profilava all’orizzonte. Sei stata talmente brava e fedele al tuo caratteristico modo di essere che, così come accoglievi tutte le persone che volevano essere tue amiche hai saputo accogliere anche la morte. Incredibile Katia! Chi non ti ha conosciuta potrebbe pensare che è l’amore di madre che mi spinge a parlare così di te, ma non è così, perché ancora oggi ricevo testimonianze che tu eri davvero quella persona che io descrivo per tenerti ancora legata a noi, seppure con il filo della memoria. Anche perché, sono convinta che, se non si racconta quello che abbiamo vissuto lo si consegna nelle braccia tetre e oscure dell’oblio e io non voglio che questo accada a te. Sei stata troppo importante, non solo per noi che facemmo parte della tua famiglia, ma anche per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti. Katia, mia carissima ci manca quella tua instancabile energia positiva che sapevi infondere anche solo con la tua presenza e la tua inconfondibile risata. Esserti accanto, era come essere riflessi in un magico specchio che rifletteva, espandendo la tua essenza su chi ti era accanto e, senza rendersene conto si rimaneva contagiati dalla tua stessa voglia di ridere, amare, ascoltare, leggere, insomma la vita come la concepivi tu… L’estasi che provavi tu per le semplici cose della vita, ogni cosa che era “normale” per te era sempre un’epifania da godere, fosse un’alba o un tramonto, la luna che amavi come se fosse solo tua, il sorriso di un bimbo o la tenerezza per un vecchietto, oppure la natura che piano piano si svela e si risveglia. Insomma chi è capace di provare quello che sentivi tu con tutto il tuo essere? Chi ancora sa apprezzare tutte queste piccole cose? Pochi sono quelli che davanti un tramonto cominciano a tremare e commuoversi per tanta bellezza e arrivano ad emozionarsi così intensamente. Avevi il dono di saper usare i cinque sensi in modo integrale, forse perché come hai detto e ripetuto tu molte volte (mentre io ti ascoltavo fingendo serenità con la voglia in corpo di piangere e urlare) avendo una vita più breve l’hai vissuta come un concentrato di emozioni e di bellezza, che chi vive 100 anni, magari non si rende conto di quanto sia bello il viver avendo la piena facoltà di poter godere del mondo in largo e in lungo e in fondo si può dire che non ha vissuto…Katia, Katia, Katia quanta gioia, nei tuoi splendidi occhi, già solo all’avvicinarsi della Primavera! Infatti è la stagione in cui il mio cuore si strugge di più al solo ricordo … Cominciavi subito a comprare mazzolini di fiori colorati per adornare la tua casetta…Dio mio di quanto amore era concepita la tua persona! Non tutto, per fortuna, è andato perduto! Nel tuo breve passaggio in questo mondo hai saputo lasciare una piccola scia della tua essenza, come quella che lascia dietro di sé una piccola barca, o ancora più bello è pensarti come una stella cadente…Non a caso nel sito dedicato a te dedicato, la mappa che conduce alle pagine è illustrata con una stella cadente e con questa scritta: “ Noi siamo eterni. I nostri corpi sono scheletri di stelle morte e nella pienezza del tempo torniamo ai nostri artefici- C.Blaise “

Ecco posso dire, senza ombra di dubbio, che sei stata generosa nella morte così come lo eri stata in vita. Quando chiudesti per sempre quei tuoi occhi incredibili di color miele, non li chiudesti serrati del tutto, ed io conosco bene il perché: volevi che quella luce rimanesse con noi per sempre: l’ultimo tuo regalo! Io vedevo bene in quel piccolo spiraglio quell’oro lucente del tuo sguardo innamorato della vita, in quell’ultimo gesto d’amore ci regalavi generosamente quella luce sapiente! Non l’hai portata via con te ma come si fa nella staffetta tu ci consegnavi il testimone che noi dovevamo accogliere e onorare proseguendo la vita, al tuo posto, ma con i tuoi doni Ecco perché la similitudine con un faro è più che giusta: tu sei come un faro! La sua luce si vede da molto lontano, non si spegne mai, e quindi ancora oggi quella luce illumina e illuminerà per sempre i cuori di tutti quelli che ti hanno amata, e quando vedranno nuovi orizzonti o si emozioneranno per una qualsiasi cosa penseranno consapevolmente a te… Grazie per essere stata mia figlia!

Grazie Katia

 

 

 
 
 

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