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Per un motivo o per un altro era
trascorso diverso tempo che non tornavamo a Vallerotonda da Katia ed io
mi sentivo un pochino in colpa, anche se ,sono certa che, lei non
avrebbe mai valutato la qualità dell'affetto ed il ricordo verso una
persona scomparsa, da quante volte si torna al cimitero a trovarla... Io
e Renzo comunque, eravamo finalmente sul treno che ci avrebbe portato a
Cassino e nel frattempo leggevamo i giornali del mattino. Una volta lì,
con la corriera, avremmo raggiunto la nostra casetta a Vallerotonda e
avremmo anche fatto una sosta prolungata al cimitero. Mentre
leggevo il quotidiano, in realtà pensavo che ci sarebbe stato
molto da fare, visto tutte le cose che ormai si sono accumulate
in quella dimora. C'è la sua amata bandiera arcobaleno,
sventolata da lei in tante manifestazioni, e poi appesa al suo
balcone, quella della pace... Poi ancora i cd di Renato Zero,
peluche vari, angioletti di ceramica...la boccia di vetro, che
s'incantava a guardare, con occhi di bimba, scuotendola per far
agitare la neve, messaggi in cornice e varie lettere... il tutto
raccolto e anche sparso in una cassetta stile caccia al
tesoro...l'airone di legno scolpito, che vidi per caso sotto
casa nel negozio etnico di cianfrusaglie indiane,quelle
che a me e a lei piacevano tanto, poco dopo la sua scomparsa.
Anche quello lo presi come un segno e subito lo comprai... Nei
suoi diari ultimi parlava di sentirsi come un airone ferito...
Insomma ero tutta occupata ad organizzare mentalmente il da fare
quando una ragazza pronuncia il nome " Katia". Mi volto e vedo un gruppo di
ragazze ,studentesse che ridono e chiacchierano allegramente tra loro.
Una di loro parla spesso di una certa Katia... parlano di esami, di
teatro, spettacolo... tutto come se davvero parlassero della mia Katia.
Anche le risate rumorose fanno parte del copione... Avevo forse bisogno
di un motivo per ricordare Katia? Oppure è al contrario un motivo di
conferma e di invisibile presenza? Io continuo a cullarmi in queste innocenti fantasie... mamma Bruna
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