L’appartamento dove abitava Katia,
quello proprio accanto a noi, è stato dato in affitto, già da tempo, ad
alcuni studenti. La porta d’ ingresso, quando si chiude, fa un rumore
particolare: ogni volta tentiamo di ignorare il forte richiamo emotivo che
evoca. Per noi quel rumore, tempo addietro, significava che Katia era
tornata a casa e che potevamo dormire tranquilli. E’ duro cancellare
l’equazione che automaticamente nella nostra mente s’insinua: ad ogni
chiusura ed apertura si rinnova ancora lo sgomento e la fitta lancinante
nel cuore. Un certo giorno, al seguito del rumore della porta, un ragazzo
bussa alla nostra porta chiedendo in prestito un cavatappi. Il giorno dopo
torna e lo restituisce ringraziando, insieme ad un disarmante sorriso, la
mano sul cuore e un accenno d’inchino. Poi torna a bussare più tardi con
in mano un piattino con un pezzo di torta che aveva fatto la mamma: voleva
farcela assaggiare. Dopo qualche giorno chiede nuovamente il cavatappi.
Quando lo riporta e mentre lo restituisce si accorge che manca un pezzo:
la protezione in plastica che salva il collo della bottiglia. Renzo, senza
pensarci due volte, glielo porge nuovamente senza dire una parola. Il
giovane capisce al volo il messaggio silenzioso e torna dopo qualche
giorno con un nuovo cavatappi e una birra fresca da bere insieme. Ci siamo
seduti sul divano e abbiamo cominciato a conoscerci parlando dei nostri
interessi e delle sue passioni. Iscritto a Lettere, indirizzo spettacolo,
appassionato di cinema, frequenta anche il Centro Sperimentale di
Cinematografia, ama la letteratura e la musica, legge tantissimo e suona
il violino... Per finire in bellezza, la stanza occupata da Dario è quella
che Katia “viveva” di più; non è questa una strana coincidenza? Ora tutte
le cose che lei amava “vivono” e prolificano là, in quel luogo dove la
vita continua e fluisce con la forza, con i sogni e le speranze proprie
della gioventù, come è giusto che sia. Dario ci ha invitati nella sua
stanza; noi abbiamo accettato con esitazione ed emozione. Un proiettore
illuminava una parete con le immagini di un corto girato da lui, dei libri
erano sparsi in tutta la stanza, sulle pareti immagini appese: fra le
tante foto, il volto scarno e drammatico di Pasolini, il manifesto di un
film e ritagli di giornale, un computer con numerosi accessori, un letto
con sopra una coperta multicolore, fatta ai ferri come quelle di una
volta... Parlando di molti argomenti ad un certo punto Dario ci ha detto
che per lui, per la costruzione e la formazione di ogni essere umano, sono
importanti gli incontri... Per Katia erano fondamentali. Sono ben consapevole che se c’è Dario è
perché non c’è Katia, ma non posso fare a meno di pensare che se Katia lo
avesse conosciuto lo avrebbe amato e accolto nella sua compagnia di amici:
ha pure quel pizzico di follia, genio e sregolatezza che tanto
l’affascinava. Inoltre è sensibile ed appassionato di politica; possiede
insomma tutte quelle qualità che lei riteneva importanti per un uomo. E la vita continua...