Era il 1965, Renzo aveva ristrutturato una cantina e l’aveva trasformata
in uno studio per poter dipingere , ma anche in un luogo dove radunare
amici per trascorrere le serate insieme. Si trascorrevano nottate intere a
dissertare sui malesseri sociali del tempo, si improvvisavano dibattiti
politici; non mancava la serata dove si recitavano poesie con sottofondo
il suono di una chitarra. A tutto questo, si aggiungeva un atmosfera
magica creata dai tendaggi di tela di sacco colorati di viola-grigiato,
un tappeto, delle sculture di terracotta (Quelle che ora decorano
l’ingresso , ed il caminetto della casa di Vallerotonda) fatte da Renzo
proprio per quelle stanze. Un scaffale, dei libri,dei dischi e il profumo
dell’incenso che bruciava perennemente in un vera incensiera . Per finire
una piccola stanzetta dove entrava a malapena un letto in ferro battuto
tutto decorato di madreperla, tutto l’arredo era un insieme di cose
rimediate nei mercatini ma l’effetto era delizioso. L’unico neo era un
odore inconfondibile di muffa che ti assaliva le narici non appena
scendevi il sottoscala... Ma poi subito eri rapita dalle emozioni
che riscattavano quei piccoli disagi. In queste stanze è stata
concepita Katia: in via Modena. Tutto è iniziato da qui...
Quando gli addetti alla USL ci hanno detto che dovevamo andare in via
Modena perché l’ufficio per l’assistenza domiciliare era situato in
quella stradina io e Renzo ci siamo guardati negli occhi... Era
solo un caso ? Oppure era il cerchio che si chiude? Io ho
interpretato questo come un messaggio spirituale che mi diceva di
prepararmi:
"da dove siamo venuti, alla fine si torna..."