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Sono le ultime
testimonianze scritte di Katia.( 18- Luglio2003) Da questo
momento in poi, le metastasi alla testa la paralizzano : non può
stare in piedi, non può muoversi, leggere o scrivere. Eppure lei
continua ad essere la Katia di sempre cercando ancora di
scherzarci su:
“Per fortuna ho ancora il cervello che mi funziona benissimo,
non mi arrendo... posso farcela, anche così posso vedere un
film, parlare, ascoltare e ridere con gli amici; visto che ora
mi coccolano ancora di più ” .
Infatti, tutti gli amici che venivano a trovarla all’ospedale la
colmavano di attenzioni; le facevano fare delle “favolose gite
sulla carrozzella ”,( come diceva lei) Inoltre si erano
organizzati per fare addirittura degli incredibili pic-nic
attorno alla fontana del grande atrio- ingresso del San
Raffaele: una volta a base di pizze, un altro tutto a Mac-Donald,
un altra volta tutto a base di dolcetti vari... Si cercava in
tutti i modi di rendere la permanenza in ospedale meno
drammatica possibile... Tutti, gli infermieri, i pazienti, i
medici, erano stupiti dalle incredibili presenze di amici
attorno a lei...
Poi il trasferimento a
casa...ma nell'uscire dall'ospedale un movimento sbagliato le da
il colpo di grazia...un dolore acuto da non potersi muovere, ma
lei resisteva e si tornava a casa accompagnata da Marco. Una
volta arrivati siamo stati diverso tempo sotto casa in attesa
che passasse la fase acuta per poter salire...un caldo infernale
picchiava da togliere le forze rimaste...Poi la decisione:salire
comunque così finalmente da farla finalmente distendere sul
letto. La carrozzina non entrava nell'ascensore, Katia non ce la
faceva a stare in piedi...un calvario...poi finalmente a casa.
Avevamo comprato il condizionatore, gli amici vicini di casa
avevano comprato dei fiori, i dolci...io le avevo comprato e
messe nel letto delle lenzuola giallo sole...ma lei così
dolorante con gli occhi pieni di lacrime non si era accorta di
nulla...Solo poco dopo qualche ora ecco che sopraggiunsero di
nuovo gli attacchi epilettici ...Lei di fronte a quest'altro
attacco non resse più...era spaventata aveva il terrore negli
occhi...e solo dopo una notte ci rendemmo conto che non era
possibile gestire la situazione...Venne il medico sanitario e ci
consigliò di ricoverarla nell' Hospice quì vicino casa nostra al
Colle Oppio. Anche se a malincuore accettammo il consiglio
perchè almeno lì avrebbero saputo tenere a bada quei
tremendi attacchi ormai troppo ravvicinati...e speravamo inoltre
che Katia si tranquillizzasse, perchè quella paura che lei
non diceva di avere, ma che invece le si leggeva negli occhi
suoi belli...
Desideravamo che quello sguardo spaventato negli occhi
sparisse al più presto dai suoi occhi...
HOSPICE
...foto delle soste degli amici fuori quel
terrazzo in attesa del possibile miracolo... |
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