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15 LUGLIO 2002

RICORDANDO:STATO DI GRAZIA AGOSTO 2001




L’idea di un romanzo, dopo la mia esperienza con la malattia, si fa ancora più forte. Vorrei evitare di cadere, nei luoghi comuni di tutti coloro che hanno superato un periodo difficile. Quelli,che la vita è ancora più bella di prima, che la sofferenza ti matura, che si apprezzano ancora di più le piccole cose, che si migliora... Insomma non voglio banalità, ma attraversare il tutto con occhi diversi. Molti dei luoghi comuni suddetti, sono sicuramente veri, ma ormai scontati, qualcuna solo una frase fatta per aiutare a mandare giù un boccone amaro che la vita ti offre...
Per quanto mi riguarda, io avevo già nei confronti della vita un atteggiamento positivo. Non mi lamentavo, dei piccoli disagi quotidiani,( le così chiamate:cavolate) e quindi, ragion per cui, non avevo certo bisogno di certe lezioni di vita, per imparare quello che già sapevo. A che serve ritrovarsi con una tetta in meno??... E soprattutto riflettere sulla morte?? Poi mi dico che veramente sono stata fortunata... che a volte nella vita ti capitano improvvisamente addosso delle tragedie senza senso. Solo un anno fa ero, infatti, ignara di tutto... lungi da me l’idea di una malattia e relative sfibranti cure. Un anno fa ero felice... ma felice nel vero senso della parola, come raramente accade nella vita. Felice nello stato più puro del termine perché la mia felicità e il mio benessere psico-fisico dipendevano solo ed esclusivamente da me stessa... Se, insomma negli altri periodi della mia vita, la mia gioia e la mia felicità dipendevano: ora da un amore, più o meno completo e appagante, oppure da altri avvenimenti che di volta in volta capitavano per caso... ora era la prima volta che che mi capitava di essere felice e basta. Questo io, lo vivevo, come uno STATO DI GRAZIA, e questo si captava e si espandeva verso l’esterno, toccando quasi fisicamente chi mi era vicino; tutto fluiva verso gli altri come per un misterioso incredibile destino... E’ passato solo un anno. La cosa incredibile è che io, allora, ero consapevole di toccare con mano la felicità, e nello stesso tempo avevo la stessa consapevolezza che stava per allontanarsi da me... quasi ne sentivo il fuggevole fruscio... ed era una sensazione molto particolare, forte ed intensa, quasi fisicamente palpabile. Mi auguro di poter conservare nitidamente e a lungo questa sensazione incredibile. Potrei farne tesoro nei momenti più tristi.
 

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