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LA GRECIA RIMARRA’ INDELEBILE PER SEMPRE NEL MIO CUORE...




Non voglio dimenticare ed ho paura che il tempo che vola via veloce, possa in qualche modo allontanare dal mio cuore, irrimediabilmente, i miei preziosi ricordi. Probabilmente è per questo che cerco di fermare sopra dei fogli tutte le emozioni vissute in particolari momenti della mia vita.
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Inizio questo nuovo blocco per una sorta di buon auspicio soprattutto nei confronti di me stessa... Ho comprato questo semplice e stupendo quaderno in un momento “magico” della mia vita... quando tutto sembrava sorridermi; quando tutto mi sembrava perfetto, quando avevo capito veramente il valore della felicità. Ancor prima che i pensieri difficili venissero consapevolmente nella mia mente... Ancora più bello è, accorgersi di essere stati consapevolmente felici prima... Averlo ammesso in precedenza e non dopo, quando i momenti magici erano passati...
La cosa più fantastica è stata infatti accorgersi della gioia, dell’energia, della bellezza mentre essa viveva con me e dentro di me... Non so se forse era una sorta di anticipazione quasi sensitiva... come se sentissi dentro di me di dover vivere interamente quei momenti meravigliosi che il destino mi stava regalando... come se in qualche modo fosse un ammonimento a non lasciare nulla di tutto quello che poteva farmi felice oppure emozionarmi, e così ho fatto:precisamente così!
Devo tutta quella mia felicità, a tre persone fantastiche, ed a una in particolare che probabilmente neanche immagina l’enorme importanza che ha avuto per me...
Lui probabilmente non saprà mai veramente quanto è stata importante la sua presenza, il suo sguardo, le sue parole, le sue risate... Non lo saprà mai perché non abbiamo mai fatto in modo che l’altro(né io né lui) sapesse ciò che si pensava veramente... In realtà parlo solo per me, perché solo di quello che io sentivo posso parlare, e non di quello che era una sensazione, seppure bella ed emozionante, che mi sembrava di cogliere nei suoi atteggiamenti a me rivolti... quello era solo un impressione, un forse... un chissà se... un  divenire...
Magari, gli sono anche molto grata, probabilmente, perché siamo riusciti ad essere così vicini, così complici , senza andare oltre, ed è proprio per questo fatto, forse, anche lui ha dato, un valore particolare alla nostra completa e silenziosa intesa. Certamente non so, come sarebbe andata, se invece fosse accaduto qualcosa di diverso tra di noi... Certo è che, conoscendolo, so bene che non è il tipo di lasciarsi andare a semplici avance con superficiale leggerezza... e proprio per questo lo ammiro ancora di più... Lo ammiro perché non mi somiglia affatto. Io così istintiva e passionale lui così serio ed equilibrato. Rispettoso verso tutti e tutto, quasi esagerato nel suo senso di correttezza e onestà... sempre attento a non fare nulla di sbagliato o appena-appena fuori dalle regole...Per questo nella mia mente si era insinuata l’idea di un eventuale possibilità di tornare a sognare un amore. Vedevo in *******, una persona capace di farmi di nuovo innamorare. Io credo che anche lui, seppure per un fugace momento, abbia desiderato questo, ma non ha mai fatto nulla per metterlo in pratica. Nonostante questo, per un momento, per un attimo ho sentito che c’era tra noi qualche cosa che andava al di là...
Poi il punto di non ritorno.

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Lui probabilmente ha scelto la strada più tranquilla e priva di rischi, rassicurante. Oppure semplicemente quella che gli piaceva di più... Non dovevo per forza piacergli da morire...
Magari...“ è stata solo un idea”...
Un idea che ha saputo darmi la felicità. Un idea che mi ha fatto ritrovare l’energia, la sicurezza in me stessa, il desiderio e la voglia di prepararmi con cura: di truccarmi e vestirmi e farmi bella per un uomo... La ritrovata voglia di fare la civettuola, di tentare a farlo ingelosire... quella voglia di giocare ad avvicinarmi e allontanarmi da lui comunicando con gli sguardi, le risate, le parole...
Con lui, anche inconsciamente ho ritrovato il perduto piacere del fascino del tentare di sedurre e di conseguenza lasciarsi sedurre. Tutto quello che avevo perduto da anni e che improvvisamente ho ritrovato grazie a lui, in un gioco mai compiuto del tutto ma che ha avuto una grande importanza per rimettere in moto entusiasmi ormai spenti. Inoltre ci siamo sentiti incredibilmente molto vicini.
Ora sono certa di averlo perso. L’incantesimo si è spezzato. Lo conosco troppo bene, e se lui ha preso una decisione, (in questo caso anche quella di non agire), lui è uomo di carattere non torna indietro. Se ha preso una decisione diventa importante non rinnegarla,per sempre. Lui non è come tutti gli altri uomini sempre indecisi con le donne. Una volta scelta la sua donna, perché quella sembra quella giusta, lui le sarà per sempre fedele, ne sono certa.
Anche se io ho perduto questo “sogno di un amore”, gli sono comunque grata per tutti i giorni passati insieme, per la felicità, per la gioia, l’allegria che è riuscito ad infondermi.
In quei giorni molte persone, proprio vedendo la nostra intesa, ci vedevano come una bella coppia particolarmente affiatata. Non ero solo io a crederlo il mio uomo ideale. Perchè di sicuro non ero soltanto io a provare particolari sentimenti, non erano di certo delle deboli illusioni, ma reali stati di grazia, che si vedevano lontano mille miglia, e anche chi non ci conosceva sapeva ben interpretare queste emozioni che trasparivano dai nostri volti e dai semplici gesti.

LA GRECIA DA RICORDARE

Da ricordare: le chiesette piccole piccole, piene di altarini, di colori, di storia... mi piacevano tantissimo. Mi piaceva quando entravamo piano piano, ti guardavo e capivo che anche tu sembravi rapito ed estasiato da quell'atmosfera intima, raccolta, al contrario delle nostre chiese bellissime e immense quasi gigantesche...

E poi le nostre passeggiate nel centro... a volte ci andavamo nel primo pomeriggio, quando i negozietti erano ancora chiusi proprio per goderci semplicemente la passeggiata, guardandoci attorno con occhi pronti a captare il bello e l’emozione. Anche solo nel guardare un bambino che passa o che gioca oppure un cane abbandonato che vagabondo va e scodinzolando ci passa accanto... Tutto, proprio tutto, sembrava degno di essere osservato, tutto capace di stupirci ed emozionarci. Semplicemente meraviglioso!
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SOPRA UN FOGLIO VOLANTE PIEGATO NELLE PAGINE DEL QUADERNO

Solo due mesi fa, incredibilmente avevo avuto la percezione netta di cosa fosse “ LA FELICITA’”: l’avevo dentro di me chiara e forte. A volte infatti non si riesce descrivere perfettamente che cosa sia questo sentimento; a volte lo si descrive come un emozione fortissima che dura pressoché un secondo un brevissimo attimo fuggente.
Eppure questa estate io ho sentito per lungo tempo cosa significa essere pienamente felici. Volevo condividere questo sentimento con chiunque e traspariva da tutta la mia persona. Ero felice: un sentimento di vera armonia con la gente, con il mondo intero. Una tale gioia contagiosa che trascina con se chiunque si trovi in quel momento sulla tua strada...
Il motivo di tanta felicità, in realtà non mi era mai apparso così chiaro ed evidente, era solo un forte stato d’animo di eccitazione e di benessere ......., ma in quel “viaggio in Grecia” in macchina, con i miei amici ho ..... il segreto della mia felicità. Noi in macchina che cantiamo, che guardiamo e ammiriamo estasiati il meraviglioso paesaggio... la spiaggetta delle mille stelle nell’isola che c’è...
delle nostre serate distesi solo per assaporare quell’attimo, proprio quello: l’istante che colpisce in pieno la mia felicità.

APPUNTI 
Quella volta che ...
Sul ponte della nave Damiano e Alessandro facevano finta, (mimando con i gesti, come nel film di Antonioni Blow-up)
con incredibile serietà, una partita a tennis... facendo arrabbiare tantissimo i viaggiatori poco inclini agli scherzi e alla fantasia goliardica giovanile...





FINE DELL’ESTATE 2001

L’estate è finita esattamente a quel concerto dei “Tiromancino”...
L’estate è finita nel momento esatto in cui abbiamo smesso di essere come dei bambini... o quantomeno abbiamo smesso di essere come degli adolescenti...
Riparati semplicemente da un giubbino leggero leggero continuavamo imperterriti ad ascoltare quella musica...la stessa che ci aveva fatto da colonna sonora per tutta l’estate: proprio in quel momento esatto capimmo che la nostra irrepetibile estate era giunta al termine... per me e per gli altri... Per me, più che per gli altri, in modo più traumatico perché dopo pochi giorni avrei scoperto di essere malata di tumore.

POI TUTTO E ANDATO IN FRANTUMI

Poi tutto è andato in frantumi...
La mia sfortuna ha iniziato ha farsi strada incrociando i miei passi...
Sfacciatamente mi ha investito in pieno senza ritegno, apertamente, proprio al rientro a Roma, dalle mie favolose vacanze in Grecia.

OTTOBRE 2001

Dopo la bellissima estate tutto è cambiato e la dura realtà si è presentata in tutta la sua potente e crudele pesantezza. Dopo un periodo di felicità immensa è seguito un anno estremamente doloroso: una vera lotta con la vita che improvvisamente capisci e senti che può sfuggirti tra le dita...
Mi ritrovo a riflettere e a considerare, a soppesare ogni piccola azione quotidiana... e mi rendo conto che non avevo mai, prima d’ora, avuto chiaro dentro di me questo mio anelito forte e chiaro della vita... Dopo un esperienza come la mia, tutte le emozioni cambiano fortemente. Amplificando i sensi come se avessi delle maggiori possibilità di sentire e accogliere tutto quello che c’è di buono e bello e maggiore capacità di goderne e assimilarne le cose positive. Oggi sono già diversa da due mesi fa...


NOVEMBRE 2001

Questo è un periodo estremamente confuso per la mia vita... Debbo ammettere che per ora le cose stanno andando abbastanza bene. Sto reagendo alla mia malattia, sia psicologicamente sia fisicamente che e spero che continui così e cioè che gli effetti collaterali della chemioterapia non mi debilitino oltre misura e non mi faccia stare troppo male...
I problemi non sono pochi in realtà, cerco però di non dare troppo peso alle cose, cercando di pensarci il meno possibile. Il lavoro, i soldi, la casa, con la proprietaria che mi tallona per farmi accettare (o devo lasciare l’appartamento) l’incredibile aumento richiestomi. Sono andata anche al sindacato inquilini, ho scoperto che potrei fare la furba e per un cavillo pretendere ancora il vecchio canone... ma la mia coscienza non me lo permette... capisco anche i motivi di chi è dall’altra parte e per questo vuole che il suo bene immobile sia pagato come il prezzo di mercato... anche se per dirla tutta il prezzo di mercato è assurdo per chi come me lavora per uno stipendio che non ti permette certo di fare molto, anzi se non sei attento vai subito fuori... Tutti questi problemi pratici sono noiosi e contribuiscono a rendere faticoso questo momento...
Invece, il mio livello di umore morale è sufficientemente alto perché sento attorno a me molto calore umano... e contemporaneamente mi rendo conto di quanta gente, intorno a me, ha bisogno di essere amata, capita , accettata...


APPUNTI

Corso di canto, in cambio dare lezioni di italiano?
Vedere Mostra di Frida
Cercare qualche lavoro da fare a domicilio
Cercare qualche persona per affittare una stanza per dividere spese di affitto
Regalo x Luigi... tela da disegno
Regalo per me Colori x decorare il vetro


NOVEMBRE 2001

Dicono che faccia bene alla psiche scrivere trasferendo le proprie emozioni sopra un foglio di carta. Non è prerogativa degli adolescenti, anche agli adulti procura un benessere che aiuta a stare meglio con se stessi egli altri. Inoltre, secondo me, questi viaggi all’interno delle nostre emozioni a volte ci fanno scoprire il nostro lato in ombra. Io l’ho sempre fatto, non appena ho imparato a scrivere ho sentito il bisogno di scrivere dei diari... L’ho sempre fatto anche nei giorni felici anzi soprattutto quando ero felice. Questa mia esigenza è proseguita ininterrotta per anni, e prosegue tuttora perché il bisogno di scrivere mi è necessario come il respirare e soprattutto la mia anima si solleva quando riesco ad esprimere quello che provo al momento sopra un candido foglio che assorbe le mie esperienze,le mie passioni, le mie vicissitudini.
A volte mi sembra un poco infantile questo modo di fare, ma pensandoci sopra mi rendo conto che se una cosa ti fa stare bene non può essere sbagliata. Bisogna fare a se stessi tutto quello che è possibile per stare bene,naturalmente se questa cosa non porta danno agli altri. Secondo me questa strada è uno dei tanti percorsi a nostra disposizione per osservarci da un'altra angolazione, per fare dei viaggi attorno a noi in completa sincerità senza filtri e condizionamenti: Parlare chiaramente con se stessi e non dimenticare mai completamente di parlare e ascoltare gli altri.!!!

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Questo momento credo che sia il periodo più brutto della mia modesta e relativa vita...
sto facendo i conti con qualcosa che non dipende esclusivamente da me, ma prevalentemente è un destino malevolo che sembra che si stia accanendo in maniera particolare con la mia persona...
Mi sembrava gia abbastanza negativo e traumatizzante il fatto che dei ladri fossero penetrati in casa rubando i miei sudati risparmi fatti di straordinari e rinunce (i soldi erano in casa solo perché avrei dovuto comprarmi una moto). Era settembre e solo il ricordo di quella sera mi crea disagio... tremavo dalla rabbia e dal disappunto... non ero in grado neanche di parlare tale era il mio stato d’animo. Per giunta ero anche sola ,i miei erano ancora a Vallerotonda. Mi sono sentita sola nella tempesta. Meno male che la famiglia Farinacci, miei vicini di casa, mi hanno aiutata e consolata...
Questa violazione di domicilio, questo intrufolarsi nel tuo rifugio, che credevi sicuro e inviolabile, quel maneggio indiscriminato del tuo privato ti destabilizza. Addirittura hanno rovistato, mettendo sottosopra i cassetti dell’ armadio dove era riposta la biancheria. L’intrusione viola la tua intimità... tutto questo ti segna, come se avessero violato la tua persona. Non ti senti più sicura neanche all’interno della tua casa. Ti rendi conto così che con quel l’azione non hanno solo preso dei soldi e dell’oro, ma molto di più; ti hanno derubato anche di uno stato d’animo di calma e serenità che sempre ti accoglieva appena arrivavi sull’uscio della tua porta. Dopo questa brutta esperienza,sento che non potrò più fidarmi della mia abitazione come invece pensavo prima. Consideravo la mia casa un oasi protetta e per questo attendevo sempre con gioia l’ora del rientro per potermi abbandonare sicura nell’amatissimo mio nido-rifugio, che io addirittura chiamavo sierra madre. Ora invece mi assale il ricordo di tale terribile giorno. Allora, in quel momento, mi è sembrato che il mondo intero mi fosse crollato addosso, con tutto il suo enorme peso, come se non ne avessi già abbastanza... ma evidentemente non era abbastanza il peggio doveva ancora arrivare...
Non sapevo quanto ancora avrei dovuto sopportare, infatti solo dopo poche settimane un altro e ben peggiore colpo si abbatteva sopra di me. La vita mi metteva ancora una volta alla prova... Questa volta il colpo durissimo è il cancro al seno... un duro colpo da accettare dalla vita, un colpo che devi subito parare e reagire più in fretta che puoi, non arrenderti alle sue sferzate violente e minacciose per evitare con tutta te stessa che la vita, quella vita che ti è tanto cara, ti sfugga di mano...


12 OTTOBRE 2001

Ho sempre pensato, sin da bambina che l’anestesia fosse una esperienza particolarmente affascinante...il fatto di addormentarsi in modo profondo e totale mi ha fatto credere possibile che in quel periodo di sonno procurato tutto potesse accadere: un aprirsi ad esplorare tutto questo quasi come fosse un luogo dove sostare per tutto il tempo dell’anestesia. Invece di agitarmi, come di solito ho visto che facevano tutti quelli che dovevano operarsi, io ero eccitata e pronta all’incontro con l’imprevisto e l’incognita... Di negativo non vedevo nulla, al contrario mi faceva pensare ad un nuova esperienza nella quale sei totalmente affidata alle mani di qualcuno che deve pensare completamente solo a te... durante quei momenti di sospensione temporanea, di abbandono completo, senza coscienza, senza pensieri, senza essere presenti eppure essere in carne ed ossa lì immobile e distesa alla mercé dei medici... lo trovo straordinario!

Le ultime parole che ho sentito distesa sopra quel tavolo operatorio prima di addormentarmi in stato di completa incoscienza sono state le parole del chirurgo,subito dopo ad avermi legato i polsi a braccia allargate come in croce... “Guardate, non sembra un airone?!”
Proprio con queste parole e con questa immagine fantastica ed estremamente romantica mi sono abbandonata fiduciosa ad un sonno profondo piena di speranza per il futuro immediato, per un risveglio più sereno possibile. “Mi stavano operando per un nodulo al seno, in fondo non era scritto che doveva per forza essere una tragedia!!!”
Ho capito che qualche cosa non andava come speravano tutti, quando per un momento ho riaperto gli occhi e contemporaneamente ho sentito la voce di nuovo la voce del chirurgo... stava aspettando il mio risveglio e avevo la netta sensazione che non era una cosa particolarmente positiva... infatti era proprio così, avevo afferrato bene l‘atmosfera pesante che gravava sopra di me:era proprio vero.
Voleva essere lui, il chirurgo a parlare con me per spiegarmi correttamente l’accaduto Quello che mi aveva appena tolto dal seno non era un semplice nodulo: era un tumore.
In quel momento non avevo dolori fisici, non avevo ancora chiaro dove mi trovavo ma le sue parole le ho capite subito e completamente. Credo che in quel preciso istante ho provato un dolore talmente profondo che credevo possibile che il mio cuore si frantumasse in mille pezzi schizzando fuori dal mio petto che faceva fatica a contenerlo...
Non sono mai stata una donna fragile, mai stata una facile a drammatizzare oppure a fare tragedie per ogni contrarietà della vita. Ho sempre reagito con equilibrio e mi consideravo forte e capace di sopportare gli smacchi che la vita ti mette in conto. Anche gli altri ,sono certa, mi considerano così, capace ed in grado di reagire a ciò che di poco piacevole, il fato ti ha destinato.
Eppure in quel terribile momento ho conosciuto la paura, quella vera...
Poi, mentre mi riportavano nella mia camera di ospedale mi assalivano i pensieri e le preoccupazioni per la mia famiglia, per i miei affetti più cari, i miei amici... a come avrebbero accolto la cattiva notizia. Ero anche estremamente preoccupata per me stessa; mi chiedevo come avrei reagito ora, ma anche al dopo...
“Ce l’avrei fatta?!Sarei stata così forte da reagire positivamente a una notizia del genere? Ma poi cosa significa reagire positivamente??
Durante il lento risveglio dall’anestesia, dopo la cattiva notizia, le ore trascorrevano lente e mi sentivo tremendamente confusa. Sentivo nel dormiveglia un via vai di persone che cercavano di farsi forza e che cercavano di trattenere le lacrime... e nonostante la mia semi incoscienza capivo che erano veramente disperate... Immediatamente, tanta, tanta gente è venuta subito a trovarmi e tante tante altre hanno incessantemente chiamato sul mio telefonino che Barbara cercava faticosamente di smaltire... Povera la mia sorellina, che ha dovuto farsi carico di quella situazione... I miei erano disperati, i miei amici piangevano, e lei doveva farsi forza per me: la adoro... è diventata grande... anzi lo è sempre stata... più grande di me... è stupenda!

Ed io dentro quel letto,in quella stanza dell’ospedale, ho pianto al lungo...
Credevo proprio di non farcela psicologicamente a superare un momento così difficile... Avevo una grande paura di perdere qualcosa di me (non solo fisicamente) ma principalmente quella particolare parte della mia anima, leggiadra e ottimista perché era così che mi consideravo e tremavo all’idea di non essere capace a mantenere saldo l’equilibrio affinché io restassi la Katia di sempre.
In quei momenti ero distrutta, era come se fosse morta qualcosa dentro di me... allora ho chiesto a mia madre: “Tornerò mai ad essere come ero prima??” Non era riferito al mio seno operato e sacrificato in nome della sicurezza, quello forse si poteva ricostruire... ma il dubbio era a riguardo della mia personalità, al mio carattere, alla mia voglia di vivere e di lottare:
Mai, avrei dovuto, mai, dovuto fare quella domanda a mia madre, anche lei in quel frangente, in uno stato d’animo prostrato come solo una madre può avere di fronte alla malattia di una figlia... Che cosa poteva rispondermi lei? Solo io potevo sapere e darmi una risposta!
Non lo so bene come è passata quella notte, se è accaduto qualche cosa in particolare... forse ho sognato qualcosa o qualcuno che mi ha dato la forza e l’energia necessaria... Insomma subito si è riacceso in me, nel mio profondo un impulso a combattere per la vita.
La mattina dopo ho riaperto gli occhi con una consapevolezza strana... “Ce la farò!”mi sono detta convinta, e mi sono accorta che già sorridevo di nuovo. Non era un sorriso di circostanza, per rincuorare le persone intorno a me, quelle che si preoccupavano per me. No! Erano sorrisi che nascevano da dentro... ed ero felice per la mia capacità di reagire..



IL MIO NIDO... LA MIA SIERRA MADRE

(pagina ancora da scrivere...)








Un airone ferito
ecco come mi sento
oggi 3-12-01

E’ uno di quei giorni che speri che lo stato d’animo con cui ti sei svegliata cambi velocemente in meglio e al più presto possibile. Le ragioni per cui il mio morale e giù ci sono tutte e di ogni genere.
Se cerco di trattenermi e di non piangere lo faccio solo perché non voglio far preoccupare chi mi è accanto... ma oggi sto veramente male... Forse anche il fatto di vedere che i miei capelli, bellissimi e lunghi, irrimediabilmente cadere una ciocca dopo l’altra mi fa stare male... desideravo essere forte, mi ero imposta di esserlo, mi ero persino preparata a questo evento... in fondo ,mi dicevo, i capelli poi ricresceranno e invece eccomi qui in preda allo sconforto. I capelli, sono solo una piccola, grande parte dei problemi. Tagliarli del tutto, per evitare di restare male alla loro caduta, è l’unica soluzione. Sembra una sciocchezza prendersela per una cosa del genere ma questa cosa va ad accumularsi con le altre difficoltà da affrontare e in questo modo si accumulano tensioni e malumori. L’unica cosa che mi consola è che questa sensazione di disagio e sofferenza è comune a tutte le donne che si trovano nelle mie condizioni. In tutte lo stato d’animo per la caduta dei capelli è simile, per molti sembrerà l’ultima cosa da affrontare mentre in realtà non lo è...


10 DICEMBRE 2001

Va molto meglio ora... a volte mi sento come un bambino molto piccolo e fragile che ad ogni piccola corrente d’aria sembra risentirne fisicamente...
Ho preso un poco di freddo o tanto freddo non lo so bene, ma la verità è che mi sono presa una bella influenza. In realtà avevo paura che dolori e nausee fossero derivanti dalla chemioterapia piuttosto che dall’influenza mentre in realtà sono andati migliorando con aspirine... scampato pericolo!

Venerdì sera sono venuti Ale , Ale e Luigi e hanno assistito al taglio (una volta per tutte) di capelli che Alessandra carinamente si è prestata come mia parrucchiera personale a porre fine all’infausta perdita a ciocche. Ha fatto un bellissimo taglio strategico, un look che pensavo avesse avuto su di me un riflesso negativo (nel senso da malata e soprattutto da sofferente) mentre in realtà devo ammettere che quasi quasi mi piaccio così tanto che sabato sera ci sono uscita tranquillamente senza sentirmi per questo strana. Non credevo di avere questo coraggio ma in realtà con il trucco giusto, con l’abito adatto non sto così male, anzi, la fortuna è che questo look mascolino va anche di moda.




INIZIO PROBABILE STORIA???

Io ero una di quelle donne particolari che al loro passaggio gli uomini immancabilmente si voltavano... questo accadeva quasi sempre. Tutto questo mi piaceva immensamente, non lo posso negare. Di sicuro era il mio portamento piuttosto che la mia bellezza ad attrarre gli uomini ed a costringerli a girarsi oppure a farmi dei complimenti a volte anche esagerati...
Sorriderò molto per questo ricordo...




TRA SOGNO E REALTA’

Di solito io dimentico tutti i sogni che faccio, è molto strano. Quello di stanotte invece l’ho ben chiaro in mente, come ho ben chiara l’emozione che ho provato, tanto forte, che al risveglio mi sono sentita come se avessi davvero vissuto realmente quello che avevo sognato.
Nel sogno io stavo aspettando qualcuno che non arrivava... poi improvvisamente con mia enorme sorpresa mi rendo conto di avere davanti tutti i miei colleghi delle Poste di Torre Gaia, quelli che io ogni tanto incontro ancora volentieri, e anche altri ai quali io, per la verità, non penso spesso. Naturalmente tra tutti quanti era in rilievo la presenza di Massimo, Cinzia e Angelo... Forse dovevamo essere pronti per fare un viaggio importante perché eravamo vestiti tutti molto eleganti dovevamo evidentemente recarci ad un ricevimento o un qualcosa di simile. Io ero vestita con una gonna molto corta... nonostante tutto era fine ed elegante perché dagli sguardi ammirati degli altri mi rendevo conto che ero in forma... il locale era sul lungotevere ed era un luogo raffinato ed esclusivo.
Ricordo lo sguardo di Rudy ( sguardo ammirato e stupito)...Insomma, nel sogno, ero ben consapevole della mia bellezza, del mio emanare luminosità, in fondo poi come spesso mi è accaduto nella vita reale....come ancora accade ma un po’più raramente, ed è normale che col passare del tempo sia così. Però io sono abituata ad avere intorno a me, e posati su di me sguardi di uomini ammirati... è sempre accaduto questo! Chiaro che ora la mia sicurezza vacilla: tra il seno e i capelli rasati (due importanti attributi femminili) è chiaro che in questo momento particolare faccio fatica e mi sforzo molto per cercare di essere ancora, nonostante tutto, me stessa.
Nel sogno ero molto bella, come prima dell’intervento, almeno io mi sentivo così: completamente padrona del mio fascino. Altrettanto lo era “ lui”, oltre che bello fisicamente lo era anche come bellezza spirituale... perfetto come il suo solito... il non plus ultra ...Con me si comportava come nella realtà: particolarmente tenero e dolce con quel suo sguardo forte e diretto.. consapevoli di un rinnovato legame sentimentale e questa volta comportarci apertamente e liberamente in modo spontaneo davanti a tutti (compresi i due cupidi B. e C.) suggellando l’intesa con un bacio, come a voler rendere ancora più chiara la situazione. che bizzarri i sogni! io che non li ricordo quasi mai di questo ho ancora la sensazione dolcissima di questo bacio, come se fosse stato reale... Avevo, nel sogno, una sensazione strana, come se quel bacio lo bramassi da una vita eppure ne avessi veramente paura... Poi mi trovai a parlare di lui con il suo migliore amico. Gli spiegavo quello che c’è sempre stato tra noi: un legame importante, quasi definitivo direi, molto forte, ma mai chiarito del tutto. Dicevo che Lui mi aveva sempre fatto sentire la donna più bella e desiderata del mondo, e soprattutto quando parlavo cercava sempre di capire davvero cosa stavo dicendo (è incredibile) mi faceva domande e spesso capiva al volo cosa volevo intendere... Lui era questo per me, e lo è veramente, l’ideale di uomo, ed è per questo che non lo voglio sciupare in comuni quotidianità che forse farebbero scomparire un sogno. E infatti il suo amico mi rispondeva che non riusciva a capire come e perché avevamo fatto l’enorme errore di lasciarci, perché anche lui ci vedeva come una coppia in perfetta sintonia. Mi diceva ancora “Non ti sembra strano che proprio ora, voi due, vi ritrovate dopo tanti anni da separati, non vi sembra che il destino vi voglia far capire qualche cosa?”
Io credo insomma, che stanotte, il mio inconscio e non a caso mi abbia voluto far fare delle riflessioni sopra di lui .E se i sogni son desideri... questo è il desiderio più grande ma inibito da una enorme paura di soffrire... Il sogno infatti è finito, con lui che mi aspetta per portarmi da sola in qualche posto, lontano dalla folla... come spesso accadeva durante la nostra relazione... gli piaceva tantissimo portarmi via lontano da tutti :solo noi due. Questo sogno comunque si ricollega chiaramente all’ultima volta che l’ho visto prima dell’intervento al seno... ricordo bene era il giorno del compleanno di mia sorella. Inoltre ricordo pure che quel giorno mi sono comportata come il solito, ma riconosco che è un comportamento adolescenziale per la mia età, devo ammetterlo. Non ho resistito al fatto di essere come sempre adulata e ammirata... inoltre mi sentivo così in forma che mi piaceva proprio molto la gratificazione degli sguardi degli istruttori della palestra... Così quando lui è uscito dalla doccia mi ha visto che civettavo con tre-quattro istruttori molto carini che cercavano di fare i galanti... Riflettendoci, ora credo che se rovescio la situazione e penso che magari potevo trovare lui, visto che è istruttore, in una situazione analoga cioè circondato da donne adoranti,sognanti e disponibili(cosa che sicuramente spesso accade) ...Ma la differenza è proprio qui, lui non si pavoneggia, per niente, lui anche in questo è perfetto, irraggiungibile. Lui è sempre quello che non si comporta mai scorrettamente e che cavolo...  sono sempre io quella che sbaglia, quella stronza. Lui non ha bisogno di provare nulla, né a se stesso, né a nessuno, né tantomeno a me. E’ talmente bello,intelligente, forte, dolce e tenero che altro potrebbe desiderare dalla vita? Perché sono io che ho bisogno di dimostrare a me stessa, e in quel caso a lui, che ho ancora uomini che mi corteggiano.
Anche quando stavamo insieme era un continuo: avevo bisogno di fargli notare in quel modo che ero desiderabile. Ora lui è anche più bello e desiderabile di prima, forse per me irraggiungibile... Nonostante tutto lui tranquillo è uscito dalla palestra, ha salutato tutti, compresi gli istruttori rimasti a bocca aperta, e con naturale sicurezza e semplicità mi ha portata via.
Poi, a cena da mia sorella sembravamo una coppia normalissima, come tante, parlavamo di noi, mi guardava tenero e sorridente stringendosi a me. Ricordo un sentimento strano che mi prese improvvisamente: non vedevo l’ora di tornare a casa con quel ricordo e le emozioni della perfetta serata appena trascorsa, per poterla nuovamente rivivere nella mente. Eppure stavo ancora vivendo emozioni bellissime. Lo guardavo e pensavo a come negli anni fosse cambiato, a come si fosse aperto, di come avesse sviluppato le sue caratteristiche di simpatia e di comunicazione, senza diventare arrogante o presuntuoso... il tempo lo aveva maturato con equilibrio. Mi ha poi chiesto di accompagnarlo alla macchina, come un tempo, come ai vecchi tempi... era una splendida calda serata d’autunno romano ed io già pensavo al giorno dopo... sarei entrata in ospedale per un qualche cosa di ancora poco chiaro e con dubbi e paure che aleggiavano nell’aria.
Mi ha presa tra le sue forti braccia e mi ha abbracciata forte forte... mi ha poi trattenuta a lungo in quell’abbraccio nel quale io mi sono persa e abbandonata come protetta dalle sue grandi spalle da gigante buono. L’unica volta nella mia vita in cui avevo qualcuno che potesse circondarmi completamente dal suo abbraccio rassicurante C’è stato tutto in quell’abbraccio...Io ho voluto sentirci tutto in quell’abbraccio infinito ...Non ci siamo detti nulla, è stato sufficiente per tutti e due guardarci e sorriderci... Ci saremmo rivisti ancora... e ancora... e ancora...

SOGNO E REALTA’...
Ogni volta che parlo di te
tu fai parte o non parte di me...
e mille nuovi amori cercherò
per non amarti più...
ma mai nessuno al mondo sarai tu...

Riprendere e leggere i libri di Storia dell’Arte e La Letteratura
Italiana

Ritorno alla vita Carmen Consoli

Apro di nuovo le ali
per provare a prendere il volo
(Tiromancino)

NON SI PUO’ PIANGERE PER SEMPRE


Così dopo praticamente dieci anni ho avuto “la rivelazione” delle motivazioni che animavano il mio rapporto con lui. Sul perché sono riuscita facilmente a non pensare più in modo particolare ai miei perduti amori, quelli di passaggio, altri felici, alcuni persino dimenticati... ma tutti lasciati indietro nei ricordi ma senza nessun rimpianto, tranne lui. La spiegazione, credo di averlo capito solo adesso è racchiusa nel fatto che mentre per tutti gli altri uomini ero io la persona che incarnava “la perfezione”, come dire che ero io a venire idealizzata (non analizziamo se a torto o a ragione) per loro ero io ad essere la più bella,la più simpatica, la più interessante... era sicuramente questo meccanismo che io volente o nolente suscitavo nei miei uomini. Con lui invece è successo praticamente il contrario. Io con lui mi sentivo e ancora oggi mi sentirei un passo indietro...
E’lui “il perfetto”, è lui per me a rappresentare la bellezza, la simpatia, la dolcezza, la seduzione, e tutto questo senza essere vanitoso, per questo un'altra qualità a suo vantaggio... Un uomo che non si lamenta mai e che malgrado i problemi riesce sempre ad uscirne fuori egregiamente... Un carattere talmente esemplare che ti fa quasi rabbia... Ma dove sono i suoi difetti?
Se dovessi avere una relazione con lui mi sembrerebbe di essere accanto ad un dio... I difetti dove sono nascosti i suoi difetti? Anzi dove sono finiti, come sono spariti? Perché ricordo bene che quando eravamo insieme qualche mancanza la vedevo...(la sua indecisione...i l suo non parlare chiaramente di se ma solo dimostrarmi il suo amore). E così ho capito il motivo per cui lui è rimasto dentro di me, proprio nel profondo del mio cuore. Nello stesso tempo però mi impensierisce a tal punto l’idea di essere sua compagna tanto da preferirlo accanto come amico del cuore: “il mio preferito” come lui ama definirsi e scherzandoci sopra, ben consapevole che lo è, ma che è anche molto di più.

RICORDANDO QUELLA NOTTE...

Eppure in quel letto di ospedale quella notte, in preda alla disperazione unita alla poca lucidità mentale dovuta ai postumi dell’anestesia ricordo esattamente che sperimentai un sentimento mai provato: ho odiato chi nel corridoio, fuori dalla mia stanza rideva di cuore, mentre io giacevo dolorante e in preda allo sconforto, ferita nel corpo e nell’anima, privata di una parte del mio corpo e derubata anche della sicurezza di un futuro possibile... Non credo che dimenticherò mai quella forte e insopportabile sensazione di avversione contro qualcuno; perché raramente ho provato qualcosa di simile, perché la mia natura, in genere, non mi permette di coltivare quei sentimenti negativi o distruttivi per nessuno, anche per un eventuale nemico. Di solito, anzi, credo di essere una persona che negli altri cerca sempre di vedere, o di tenere presente, solo quelle positive, e addirittura dimenticare quelle negative. Se qualche volta ho avuto un sentimento negativo forse è quello dell’invidia (che non sono neanche sicura si possa chiamare così)provo un sentimento fastidioso che deriva dalla consapevolezza che alcune persone sono arrivate a risultati importanti e gratificanti non attraverso i loro meriti ma per mezzo di compromessi e traffici che io non ammetto, non condivido e di conseguenza non accetto... e questo mi da fastidio... sono invidiosa, quando nei posti di lavoro vedo persone che guadagnano molto, pur lavorando meno di me, e oltretutto non sono neanche soddisfatti e si lamentano sempre.
Ora nella mia situazione debbo ammettere che ho avuto anche una smisurata rabbia nei confronti di chi godeva ottima salute, e poi subito dopo mi sono sentita in colpa per aver provato tale sentimento e mi vergognavo al solo fatto di averlo pensato anche solo per un attimo... Non so se è un sentimento normale in situazioni così particolari come questa, ma solo dopo qualche giorno, quel pensiero malvagio già non abitava più in me. Sono felice di essere stata in grado di tenere a bada un sentimento così maligno e di non averlo voluto coltivare dentro di me...


14 DICEMBRE 2001
RASSICURANTE SENSO DI APPARTENENZA


Questo sentimento è quello che ho sentito fin dal primo istante che ho incontrato e poi frequentato la famiglia di Ale e Damiano... Quando cercavo di far capire a Stefano le mie sensazioni quando l’anno scorso a Natale sono stata a Cave era proprio questo... descrivergli quella bella sensazione di appartenenza, come se in quella famiglia io fossi cresciuta e vissuta da sempre. E’ forse per questo che ancora qualche volta sogno quello che poi non è accaduto con ... perché in fondo mi sarebbe piaciuto molto entrare a fare parte della famiglia... Non era destino, lei è stata più forte di me, e se lui ha scelto un'altra io devo rispettare questa scelta... Neanche in questo sono stata fortunata!...
Ancora ad oggi non sono riuscita a capire se ero solo io a provare questo sentimento nei suoi confronti oppure se... mi sono completamente sbagliata, tanto che a volte mi viene voglia di essere sincera fino in fondo e chiederglielo. Mi frena però il fatto che potrei metterlo in imbarazzo, e allora resta tutto così. Comunque per me resta il ragazzo più premuroso, gentile, corretto che io abbia conosciuto.
Mi dispiace solo di non aver avuto adesso l’occasione di essere felice in amore, ora, in questo momento particolare della mia vita. In questo momento insomma, in cui tutto sembra difficile, certamente se avessi avuto l’aiuto e l’amore di una persona come lui, sarei stata più felice di quella che sono. Comunque sono consapevole di quante persone care e che mi amano, ho vicino a me.
In questo momento devo avere molte cose su cui riflettere... non voglio parlare di sfortuna perché credo di essere stata fino a qualche mese fa... e se oggi qualche cosa non va... allora bisogna stringere i denti e andare avanti... comunque sia...

IO CREDO NEL MONDO
IO CREDO NEL CIELO
LA PAURA DI ALCUNI


Alcuni, in realtà molto pochi si sono spaventati di fronte alla mia malattia... probabilmente è la paura di non saper trovare cosa dire, di non trovare argomenti, di sentirsi in imbarazzo e spaesati...
Qualcuno addirittura mi chiede: “Sei sicura di stare veramente bene? Oppure lo dici solo per tranquillizzare noi?”


PAURA E RIFIUTO


Quando sono entrata in quell’ospedale per essere sottoposta all’operazione del seno, mi sono ritrovata ad avere un atteggiamento contrario al mio. Chi mi conosce sa che amo sempre comunicare con gli altri, ma questa volta non mi interessava per niente, anzi rifiutavo la possibilità di scambiare con le altre ricoverate anche solo poche parole. Non volevo sapere nulla di malattie, di ricoveri e di cure. Insomma negavo anche solo l’idea che quello che avevano loro potessi averlo io, perché io non volevo avere niente a che fare con quello... Solo ora riconosco questo complesso sentimento di negazione e di distanza con gli altri. Quando ero stata ricoverata per l’ernia del disco, sempre nello stesso ospedale non avevo avuto reazioni simili... Anzi, ero libera senza pregiudizi e ho subito avuto voglia , come il mio solito, di comunicare con tutti, pazienti comprese. Mentre oggi il fatto di dover dividere la stanza con una cieca e per di più silenziosa mi sollevava...
Io avevo la mia vita piena di interessi, amici, affetti... non mi interessavano gli altri ricoverati, non volevo sentire le loro storie, non erano storie che sentivo vicine a me... Ero sempre occupata con il mio telefonino che squillava (impercettibilmente) incessantemente. Ho trascorso veramente tantissime ore a parlare con i miei amici, parenti, tutti che si preoccupavano di starmi vicino anche in quel modo. E’ stata la mia salvezza perché io non volevo parlare con le malate mentre loro provavano sempre ad attaccare il discorso, quindi stando al telefono ero salva! Per fortuna.

APPUNTI PER RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI

Da che cosa veniamo attratti?... Forse sarebbe più esatto chiedersi da chi veniamo attratti?...
(Sviluppare un analisi personale in questo senso per capire meglio i meccanismi delle nostre scelte)

Io personalmente con chi sembra coltivare nei miei rispetti un interesse che vada al di la della semplice amicizia ho sempre avuto un atteggiamento piuttosto strano...
Quando, insomma capisco che possono diventare un po’ troppo esagerati, oppure invadenti, allora sono io che metto un freno ed evito ogni cosa, evito insomma anche l’amicizia... ultimamente mi è capitato diverse volte...
Mi è capitato anche di essere clamorosamente fraintesa...

A volte dubito dell’autenticità di alcune persone, e mi fa male pensare questo... Mi risulta però che in fondo non sono cattive... che sia, forse un atteggiamento inconscio, come di chi ha bisogno di dimostrarti che è capace di esserti accanto nei momenti in cui sei in difficoltà...
Probabilmente atteggiamenti ambigui ce li abbiamo un poco tutti dentro di noi, ma qualcuno ce l’ha un poco più marcato e sono difficili da interpretare.

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Per mantenere un amicizia siamo disposti a fare di tutto. Sorprendiamo l’amico nell’atto più sconveniente, ma il nostro giudizio non si appanna, la nostra indulgenza ci benda gli occhi, e l’amicizia ne esce intatta, e anzi si accresce, come se ad alimentarla valessero, dell’amico, più i difetti che i pregi. Che cos’è l’amicizia, in fondo, se non una vicendevole, tacita assoluzione?
Da “Canone Inverso”
ABBATTERE LE DIFESE

Forse il fatto di essere vista dall’esterno, così fragile, diverse persone che m’incontrano sono portate da subito ad abbattere le loro difese, denudandosi delle apparenze per mostrarsi veramente come sono in realtà, senza bisogno di maschere. Questa considerazione, naturalmente non può che farmi piacere e mi fa riflettere su quanto contano le apparenze e su quanto conta ciò che gli altri sanno di noi o almeno valgono in noi un riflesso dei loro pensieri più intimi e profondi. Insomma mi sta capitando spesso negli ultimi tempi che le persone che incontro sul mio cammino si mostrino più apertamente: ammettendo le loro paure, le loro fragilità,le loro emozioni e non ultime le loro ansie più profonde, prima, di sicuro,tenute nascoste e non sviscerate.
Anche con (...) l’affascinante fabulatore, vecchio amico dei miei, ho avuto la certezza di quanto fosse vero questa mia considerazione... E’ il mondo che fortunatamente viene da me... ma sono io che vorrei correre incontro al mondo, e specialmente in questo periodo, ma in fondo così è sempre stato...
“Non avere troppe rivalse sulla vita” questo mi ha detto il mio dottore (Giorgio) ...
La rivalsa sulla vita è un concetto che ho avuto sempre ben chiaro dentro di me; ma da sempre è come se sentissi chiara dentro di me la consapevolezza di avere davanti a me una vita che andava vissuta con passione, con emozione permanente, con la giusta paura... Tanta, tanta importanza ai rapporti umani, agli incontri con le persone... A questa vita ho sempre pensato in questi termini, che fosse questo lo splendido dono, ed io mi sono sempre considerata fortunata per la genuinità e la bellezza delle persone incontrate nel corso della mia giovane vita. E oggi quando ho sentito l’abbraccio di uno sconosciuto, di un uomo che fino a ieri non avevo mai incontrato e che oggi invece era così spontaneo da trovare naturale il sussurrare nelle mie orecchie delle frasi affettuose e tenere ancora una volta ho avuto una conferma a tutto ciò. Cosa è la vita se non tutto questo? Questo afferrare al volo ogni attimo che ci viene incontro con trasporto e le braccia completamente aperte come per far rientrare in quest’abbraccio tutto il mondo possibile e immaginabile. Che sia donna oppure un uomo, che parlandoti, guardandoti negli occhi sia capace di trasmetterti un emozione, qualche cosa che poi ricorderai nel tempo come qualcosa di magico... Lo so che ora, in questo particolare frangente (la mia malattia), tutto mi sembra amplificato, tutto mi sembra importante alla luce di quello che sto affrontando e vivendo con determinazione e coraggio.
L’importante è chi sei... non tanto cosa fai, o almeno è importante chi sei nel senso di come sei con gli altri, con il mondo, con chi incontri sulla tua strada e come essi stabiliscono un rapporto con te: in modo positivo oppure negativo o addirittura indifferente... e mi è venuto in mente pensando che a volte succedono delle strane coincidenze, (perché anche l’amico oggi parlava di coincidenze della vita) allora ho pensato anche a ...alle profonde confidenze a cui si è lasciato andare per telefono l’altra sera, tanto che si era messo a piangere commosso come un bambino. Certamente devo averlo chiamato in un momento particolare della sua vita,magari un semplice istante di debolezza o di fragilità emotiva, ma il suo pianto liberatorio mi è sembrato estremamente significativo. Un uomo ormai arrivato ad un età abbastanza avanzata che per questo immagini ormai navighi in acque calme e rilassanti, invece ti ritrovi con sorpresa,(io donna molto più giovane di lui) ad accogliere delle confidenze e delle lacrime che in fondo erano solo : bisogno di essere amato e ascoltato...
Ho capito in quell’istante di quante cose andiamo alla ricerca nell’arco della nostra esistenza, molto spesso senza neanche trovarle, ma che poi alla fine ci si rende conto che è “L’AMORE il motore del mondo”, che è la cosa più importante. Anche quando ( ...) parlava dell’incontro con la sua seconda moglie in realtà parlava dell’amore. Quella strana coincidenza che gli aveva in un attimo capire quanto lei fosse importante... Quando lei ebbe un incidente, lui andò a trovarla e con sorpresa raggelante vide che in ospedale era proprio nello stesso letto dove lui aveva visto addormentarsi per sempre sua moglie. Credo che in fondo voleva farmi capire di come a volte l’amore trovi sempre la strada, farà anche dei percorsi strani, ma poi trova comunque la maniera di arrivare fino a te.

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Gli incontri sono quelli che ti segnano...che danno una svolta alla nostra vita... in special modo a quella interiore. Possiamo avere una bella casa, una bella macchina, un bel lavoro, ma poi sono gli incontri che qualificano tutto il resto, quelli che renderanno animata, calda e accogliente la nostra casa, quelli che in un viaggio insieme ci faranno vedere con i loro occhi quello che da soli non riusciremmo a vedere o magari a vederlo solo in un modo diverso... quell’incontro fortuito in una delle tante file umane lunghissime (alla posta, al supermercato...) in circostanze noiose e stressanti ti guarda regalandoti un sorriso, rendendoti con così poco, pronta all’ottimismo e a credere ad un inizio di giornata piacevole.

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CON LUI...

Con lui capitano spesso delle coincidenze, (al limite anche con...) L’ultima per esempio, io avevo deciso di andare nella palestra dove lui fa l’istruttore, per fargli una sorpresa e quando mi appresto ad andare, fatalità, mi chiama al telefono... Allora come non credere alle coincidenze? Io le chiamo così piuttosto che segni del destino. Credo anche però, che ci sono delle particolari emozioni e segni di grande affinità e sintonia tra certe persone e che andrebbero esaminate con più attenzione... che a volte ci sfuggono e altre addirittura facciamo finta di non vederle... Al limite però si potrebbe pensare che sono solo io che voglio vedere in queste particolari coincidenze e anche negli episodi di telepatia delle motivazioni o un senso. E ancora, perché e come mai accadono con alcune persone piuttosto che con altre... della serie impariamo a riconoscerle...
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La serata con (...) è stata estremamente piacevole come sempre, con lui è praticamente impossibile litigare, annoiarsi e non sorridere. La sua compagnia è talmente entusiasmante! Perché riesce ad essere nello stesso tempo allegro e scherzoso ma profondo e intelligente tanto da farmi apprezzare tutto quello che ci circonda quando siamo insieme. Con lui è sempre particolare quello che viene a crearsi tra di noi... dall’esterno credo che diamo l’idea di una coppia felice, in sintonia e così spontanei nella comunicazione. Mi ha fatto conoscere i suoi amici della palestra: lui ci tiene sempre a presentarmi tutti, come il solito, come sempre è stato insomma, anche adesso che mi sento un po’a “disagio” con gli altri. Non ricordo di aver mai affrontato così con tanta chiarezza quello che ci è stato tra noi e anche se la cosa sembra appartenere veramente a una telenovela perché sembra che parliamo di un evento accaduto ieri mentre appartiene a un passato, passato davvero, ma quello che è stato evidentemente in noi due sembra ancora piuttosto vivo e vegeto... Mai, comunque,con lui mi sono sentita tanto incapace, forse in imbarazzo nel guardarlo negli occhi, di sostenere il suo sguardo; solo e specialmente quando mi parlava della ferita che gli avevo lasciato quando presi la decisione di mettermi insieme a (...). Alcune volte mi ha accusato di averlo tradito, di non essere stata capace di parlare con lui apertamente di quello che mi creava problemi e di conseguenza mi faceva soffrire. Mi ha accusato anche di non essere capace di amare veramente un uomo per sempre... Nell’udire quelle parole mi sono sentita sprofondare in un abisso... come controbattere tutto questo... come potrei dargli torto... in fondo lo avevo ferito davvero con il mio comportamento..
Io l’ho deluso tanto eppure non nega il fatto che io sono l’unica donna con la quale lui riesce ad essere completamente se stesso. Non deve fingere di stare bene quando sta male... ed è la prima volta dopo tanti anni in cui mi ha parlato apertamente più di una volta di un eventualità tra di noi... Non so neanche perché, io non ho mai affrontato con lui questo discorso, ne sono certa, che non l’aveva mai fatto... è confuso... mi ha detto tutte queste cose perché forse ha capito che da parte mia non l’ho mai dimenticato o perché anche lui, in fondo, non mi ha mai dimenticato?
Ecco le mie solite paranoie... ha buttato le frasi del tipo: “Tu sei la mia migliore amica non vorrai mai rischiare di perdere tutto quello che c’è tra noi oggi... tu mi hai dato una coltellata al cuore e avrei sempre paura con te. Tu sei troppo esuberante e se stessi con te starei male all’idea di tutti quelli che ti girano intorno, che ti telefonano, che ti cercano... se stessi con te... se stessi con te... erano anni che non sentivo (...) parlare in quel modo. E soprattutto quando mi ha detto che sta valutando l’idea di tornare con (...) poi mi ha chiesto: “Tu che ne pensi?). A quel punto io non ce l’ho fatta più... Gli ho risposto che ero proprio la persona meno adatta per esprimere un parere spassionato in fondo per me ella ha rappresentato la donna che era in competizione con me, e di conseguenza non potevo entrare nel merito, senza essere coinvolta emotivamente. Infatti dentro di me non accettavo questa scelta. Ho ammesso con lui la gelosia che tuttora ho nei suoi confronti così come lui continua ad essere infastidito dal fatto che ho molti corteggiatori, che mi chiamano continuamente... Come potrei accettare tranquillamente che lui ritorni da lei? Proprio non ci riesco... anche perché lui ha ammesso di non amarla , ma dice però che in fondo non l’ha mai deluso al contrario delle donne che invece ha amato (tipo me)...ed io continuavo sempre di più a sentirmi spregevole, mi sarei nascosta sotto il tavolo dalla vergogna mentre un sentimento di pentimento s’insinuava dentro di me.

Lei è responsabile e rassicurante ecco il punto! Lo ha sempre continuato a considerare suo marito... non lo ha tradito mai... questo è un dato di fatto, non c’è nulla da aggiungere. Ed io non posso fare nulla per convincerlo del contrario.
Sono riuscita solo a dire che quando faccio il confronto con gli altri uomini che ho avuto quello che ne esce vincente su tutti i fronti è solo lui. Gli altri al confronto spariscono! Con gli altri metto sempre dei paletti, delle regole che non transigo. Con lui era il mio istinto che dettava legge, il mio cuore, il mio corpo, la mia mente, scrivevano loro la storia per me... non potevo fare altrimenti mi spingevano a vivere la nostra storia, senza aver bisogno di chiedermi se facevo bene o male.
Mi sono resa conto di come lui ricordi bene tutto il nostro vissuto... non dimentica nulla... Credo che gli piaccia in particolare ripercorrere i luoghi dei nostri incontri passati... ripetere come fosse un rituale le cose gia fatte insieme allora... persino i soliti gesti a fina serata... sicuramente questo comportamento lo rassicura: la forza delle cose conosciute, così non si ha paura di affrontare l’incognita, ci si protegge ripercorrendo strade conosciute... E’proprio per questo che ho paura che (...) alla fine ritorni vincitrice su tutte. Lui non dimentica mai di fare le battute sulla nostra attrazione reciproca, manifestata in qualsiasi luogo, senza regole, senza vergogna...
Tra noi c’era una forte attrazione, ma anche un fortissimo legame sentimentale... lo abbiamo sempre saputo entrambi. La nostra difficoltà oggi è quella di tutte le persone che dopo una separazione tornano a provare nuovi sentimenti ma temono e non riescono a lanciarsi ancora una volta a vivere una storia d’amore affidandosi completamente all’altro, non riescono a fidarsi ciecamente di un altro essere umano, a lasciarsi andare senza riserve: completamente anima e corpo. Così come avevamo fatto noi due in precedenza. Non so cosa pensare di una serata come questa, se insomma, capire che ormai tra noi esiste solo una splendida, stupenda, amicizia supportata da un tenero e profondo vissuto, da una conoscenza reciproca fatta di gesti, affetto, calore umano, affinità, proviamo in fondo le stesse paure, la stessa voglia di ritrovare una storia d’amore che ci rassereni l’animo e ci riempia di dolcezza la vita...



PIZZERIA DI SAN LORENZO

Non dimenticherò facilmente una serata come quella di ieri sera nella pizzeria di San Lorenzo. Un incontro dei miei genitori con degli amici di vecchia data... Amici che si erano persi di vista nel corso degli anni, ognuno occupato a vivere la propria vita; amici dei tempi in cui mio padre aveva uno studio in via Nazionale, dove dipingeva e dove abitualmente ci si riuniva tutti insieme. Un luogo dove si declamavano poesie, dove si parlava di politica sociale,dove si cantavano ballate, dove si recitava, dove si tenevano legati insieme sogni e progetti da realizzare, o si dissertava fino al mattino di letteratura oppure di cinema... Quindi una bella compagnia di artisti di vario genere...
Ieri sera eravamo riuniti in una tavolata con delle persone veramente speciali, di una vivacità intellettuale non certo comune... ed io mi ritenevo fortunatissima nell’essere seduta in mezzo a loro. Mi godevo, come fosse un nettare prezioso tutto quello che sapevano argomentare con impegno e leggerezza, a volte addirittura con incredibile esilarante grottesco umorismo... Io mi nutro di questi incontri, e sento che ho un vero bisogno: quello di assecondare questa esigenza; per avere la possibilità di assimilare da loro il più possibile per arricchire il mio bagaglio culturale. Infatti, dai loro racconti, sia in quelli che racchiudevano esperienze di vita più gratificanti, che in quelle fallimentari si poteva imparare molto... Saggezza, creatività, rimpianti...insomma in quelle ore trascorse insieme ho veramente visto e sentito passare la vita, quella vera, di persone che hanno fatto delle scelte ben precise a volte anche rischiose e di sicuro diverse dalle solite che siamo abituati a vedere in giro... Uno sceneggiatore, l’altro regista, l’altro ancora musicista, doppiatore, attore di cabaret... mio padre pittore, erano veramente un bella compagnia di personaggi anomali e interessanti... non ci si accorgeva del fatto che il tempo passava tale era la piacevolezza della serata. Rivedere (T.) per esempio, che attraverso il tempo ed il ricordo io avevo mitizzato e immaginato la sua vita ad un paradiso in terra, in un perfetto mondo di felicità e completa realizzazione di se... e invece rendersi conto che anche lui era un uomo come tutti gli altri. Certamente colto e intelligente, un professionista affermato,ma anche lui con le sue debolezze, le sue sconfitte, i problemi, le delusioni, abbandoni, smarrimenti... che inevitabilmente nella vita aveva anche lui dovuto fronteggiare, e che ancora adesso doveva lottare per le sue scelte di vita... Tutto un vissuto di esperienze umane, di situazioni lavorative, di incontri, che mi hanno fatto molto riflettere...
E’ stata per me una serata particolarmente bella, inusuale, e un indubbia opportunità di crescita spirituale e umana e ancora una grande occasione per provare sentimenti ed emozioni...
Mi è sembrato in qualche modo di rivivere quelle serate di quando ero ancora bambina... Quando i miei ricevevano ed ospitavano in casa amici di ogni genere... Infatti sono cresciuta in atmosfere simili e mi ricordo che a volte, dopo una lunga serata trascorsa con loro, mi succedeva di crollare poi improvvisamente sul divano sfinita; altre volte addirittura mi è successo di addormentarmi sulle sedie unite delle pizzerie e birrerie dove loro intavolavano complicati discorsi esistenziali che io ancora non comprendevo, ma nonostante tutto, amavo tantissimo essere presente a tutto quello che avveniva...e anche se tra la veglia ed il sonno, assorbivo dalle voci dei miei genitori e degli amici le loro conversazioni, che mi arrivavano in sottofondo sfumato, quanto più mi era possibile... col tempo divennero colonna sonora della mia piccola vita di bambina... un ricordo che tuttora custodisco con grande emozione. Di sicuro, senza neanche accorgermene avrò appreso tante cose che poi mi hanno forgiato per la mia vita futura: è partito tutto da li... La mia voglia estrema di andare sempre alla scoperta del nuovo, della mia grande perenne curiosità per ogni cosa e persona,sempre e comunque; la mia caparbietà di non arrendermi mai... e anche e soprattutto il rispettare il prossimo senza giudicarlo a priori...
Uno dei momenti più esaltanti della serata è stato quando dei ragazzi che erano seduti al tavolo accanto (che di sicuro si erano prima incuriositi, poi travolti e affascinati dal carisma che veniva fuori dalla nostra compagnia di strampalati artisti) si sono auto-invitati inserendosi in modo naturale alla chiacchierata e visto che si continuava a parlare così bene tutti insieme in sintonia, addirittura hanno preso le loro bottiglie di vino unendosi così completamente a noi... La cosa che mi ha dato da pensare è, che dei ragazzi hanno preferito attaccare bottone con noi invece che con il tavolo dietro di loro che era composto da quattro ragazze sole che addirittura avevano, praticamente senza equivoci ,cercato di rimorchiarli. Insomma sembrava la scena di un film... Uno di loro di nazionalità francese, per la verità molto carino, si è subito aperto ed ha cominciato a parlare di se, della sua vita, delle delusioni,di quello che si aspetta dal domani, dei sogni e dei progetti per il futuro... L’altro un tipo alternativo, pieno di orecchini, con la faccia sveglia ma buona e tenera ha cominciato ha raccontare della sua famiglia, di suo nonno morto da molto tempo ma che per le sue stranezze e forte personalità era ormai una leggenda metropolitana familiare. Non si capiva più dove cominciava la realtà e dove finiva il racconto; talmente fantasioso, impreziosito da aneddoti e fatti esilaranti che si mescolavano insieme incredibilmente bene, che anche volendolo, forse, neanche lui a quel punto non sapeva più distinguerli... Un ragazzo spiritoso e solo apparentemente timido... e poi R. lo sceneggiatore-regista, da protagonista e attore qual è, insieme a L. tenevano banco... Quasi a volersi sfidare, una prova sul campo, a chi sapeva meglio intrattenere e affascinare, chi aveva più doti d’affabulatore e da istrione... Nelle loro parole lanciate per gioco si restava intrappolati, erano partiti come in uno spettacolo improvvisato fatto di un incredibile repertorio di frammenti estrapolati da chissà quale fonte... Uno iniziava con poche parole e l’altro subito replicava veloce proseguendo sullo stesso argomento mescolando il senso e addirittura rendendolo grottesco e surreale... L’effetto ottenuto era divertentissimo, di una leggerezza e piacevolezza infinita... Di queste persone ce ne sono poche in giro anche se forse poi ad averle vicino, sarebbe faticoso ascoltarle, amarle, e sopportarle tutti i giorni...




IMMAGINI FUGACI DELLA MIA VITA DELLA MIA ESPERIENZA DI VITA
(che vorrei riuscire a raccogliere come testimonianza)

Mi vengono in mente ogni tanto dei flash della mia vita: prima della mia malattia, prima dell’operazione al seno...
Tanti momenti in cui ho avuto paura, ma anche tanti altri, prima, quando ignara di tutto mi sentivo felice come non ero mai stata... Come se dentro di me, inspiegabilmente, avessi la sensazione che dovessi godermi tutto al massimo e fino in fondo perché stava per accadere qualche cosa... Forse, non lo so, forse ero felice e basta... si può essere felici in certi momenti della propria vita ma felici veramente: sentirsi bene con se stessi e con il mondo intero; appagati e bellissimi dentro e fuori. Ecco io ero in quella fase precisa: stavo bene con me stessa e con il mondo intero! Per questo ero felice. Dopo aver trascorso mesi interi a lavorare, ma a lavorare duro come mai non mi era capitato prima, dopo aver fatto turni massacranti di ore ed ore allo sportello senza mai fare pause... e dato che tutti mi dicevano che non potevo continuare così che il mio fisico non avrebbe retto a lungo... era un anno che continuavo quei ritmi forsennati senza mai perdere controllo su nulla... sempre tranquilla, magari stanca, anzi stanchissima ma sempre desiderosa di godermi la vita... l’affetto di chi mi vuole bene... Arrivata poi praticamente all’estate ho cominciato ha sentirmi al massimo: le mie giornate in piscina, al mare... Quando partivamo per la ricerca della casa, da prendere in affitto per il mese di Agosto, e ci fermavamo per la strada a comprare le mozzarelle di bufala... seduti al fresco sotto un chiosco sulla via del ritorno, con le mani tutte impiastricciate, come fossimo dei bambini pasticcioni e felici di quei semplici gesti spontanei... Quando, al ritorno a volte passavamo a Cave e cercavamo al riparo sotto un patio profumato di fiori e odori di cucina vera, di atmosfere familiari...
(per me la famiglia ...è la mia seconda famiglia) forse è anche per questo che ho continuato ad affezionarmi così tanto a (...) perché ho cominciato a legarmi a tutta la sua famiglia, prima che ha lui. Inconsciamente, dentro di me pensavo, che se avessi potuto scegliere la mia nuova famiglia, quella da unire alla mia nelle varie occasioni delle tradizionali feste, avrei voluto farlo proprio con tutti loro al completo. L’.........., la creatività e la natura della mia famiglia insieme alla tradizione ed ai valori della sua, uniti anche dai buoni sapori del cibo cucinato come una volta, con la stessa cura e dedizione per gli amati commensali che insieme a quelle ricette culinarie ricevono una grande porzione di caldo affetto...
Non so per quanto tempo ho continuato ha pensare a lui in maniera particolare... anche perché non era ancora certa la sua presenza nel viaggio che allora stavamo organizzando in Grecia. Io tenevo molto alla sua compagnia, gia allora c’era una bella intesa tra di noi, battute e scherzi, qualche tenerezza, qualche pensiero carino...ma niente che facesse pensare ad altro... soltanto calorosa amicizia... Ma ricordandomi della giornata trascorsa insieme in piscina... a quando mi sono addormentata praticamente dal sabato mattina alla domenica mattina, staccando in casa telefono e cellulare, quando io ero indecisa se andare con loro, lui non ha voluto sentir ragioni, ed è venuto a prendermi sotto casa... Quella giornata all’Acqua Piper trascinata felicemente da lui che si era messo in testa di insegnarmi a fare i tuffi...(mai fatti in vita mia per la grande paura) Lui è riuscito a farmela superare proprio come piace a me forte e deciso, ma con rassicurante dolcezza... ancora non sapevo che quello era il preludio di uno strano sentimento che si stava facendo largo nella mia mente... E poi lui mi ha chiesto se volevo tornare a Cave con lui, ed io naturalmente e stupidamente ho detto di no . In seguito solo questa estate... forse anche per le battute degli altri, che ci vedevano felici insieme (io ancora non ci pensavo) , addirittura mia sorella mi chiedeva come mai ancora non stavamo insieme noi due, visto che si vedeva chiaramente la nostra intesa e anche l’effetto serenità e allegria del nostro stare insieme...(come se dipendesse solo da me). Mi sono resa conto che malgrado tutti i pensieri ed i gesti gentili che mi rivolgeva, insieme alle battute ironiche e ben mirate non si è mai completamente esposto più di tanto. Lasciandomi sempre con un dubbio: di essere stata solo io ad “inventarmi”tutto, di aver desiderato tanto di piacergli come donna e non come amica, tanto, di aver voluto vedere quello che non c’era.
Difficile decifrare bene anche il mio, di comportamento, perché io ho l’abitudine, sia con le amiche che con gli amici, di essere molto affettuosa in modo aperto, esplicito perché mi piace il contatto fisico, abbracciare,coccolare, baciare, fare battute senza vergognarmi di nulla... Ho imparato semplicemente ad essere me stessa in ogni espressione di vita, esternando con naturalezza la mia fisicità, il mio desiderio di sentirmi amata (Leo Buscaglia insegna), e se voglio bene ad una persona glielo dico con i gesti senza preoccuparmi troppo...i n fondo sono così solo con quelle persone con cui inequivocabilmente ho un rapporto di profonda intesa. Ringrazio Dio che, per mia fortuna, sono tanti quelli che mi vogliono bene, però, forse questo magari confonde chi vuole capire dove inizia un attrazione o un sentimento diverso da quello amicale...
Quando torna dalla Grecia e poi riparte subito per la Sicilia lui mi telefona insistentemente... Nessuno mi toglie dalla testa che i miei pensieri fossero più o meno simili... ho saputo che parlava talmente bene di me... e che ogni cosa che vedeva in Sicilia lo ricollegava alla mia persona [...]Ora, ormai scherzo e rido con lui naturalmente, anche se è felicemente fidanzato con [...], io gli voglio talmente bene che riesco ad essere felice per lui, perché vedo che lui lo è, e questo mi basta.
Continuo ad avere con lui un bel rapporto di allegra amicizia e di continui scherzi come sempre... La sua ragazza per fortuna non gelosa! Io al suo posto, di sicuro lo sarei stata. Ma lei è tranquilla perché sa che [...] è veramente innamorato e dolcissimo, è l’uomo che ogni donna vorrebbe al suo fianco. Talmente onesto, serio, irreprensibile e corretto che di sicuro la sposerà e starà con lei per sempre. E’ l’uomo, l’unico uomo che io conosca al quale calza a pennello la parola “sempre”di riflesso lei per questo una donna fortunata, spero solo che sappia apprezzarlo e capirlo. Che si renda conto di quanto è stata fortunata ad incontrarlo e poi ad averlo vicino come compagno. Resta la sua amicizia, il rispetto e l’ammirazione che nutre per me, di questo ne sono certa.

Quello appena descritto è stato uno dei periodi più belli e felici della mia vita, che custodisco dentro di me come un tesoro, e che non dimenticherò mai...
Come non dimenticherò mai la sera trascorsa a Fiesta, concerto di nnnnnn (pag74)Turci, e anche.. mi sfugge il nome...
Io mi sentivo la donna più bella e desiderata del mondo: appena tornata dalla Grecia , avevo ancora dentro di me l’emozione dei giochi infantili sulla spiaggia, che ci regalavano felicità in modo così naturale e spontaneo... le nostre risate, i nostri sguardi, le frasi dette quasi all’unisono, la nostra spiaggetta, le stelle cadenti che ci avevano riportato indietro nel tempo, la musica ascoltata insieme in silenzio. Poi a Roma, a quella festa, una delle ultime perché poi l’ultima davvero è stata quella del concerto dei Tiromancino...Quella serata al Fiesta mi ha regalato l’ultima consapevolezza della mia felicità più pura e vera: stavo con i miei amici, con un ragazzo che mi ammirava in modo palese. Ed io avevo un bisogno, forse adolescenziale, di farmi guardare, desiderare e apprezzare. Un bisogno, in quel momento, molto sentito, quasi un esigenza, e riuscire ad ottenerlo mi rendeva felice e sicura di me. Indossavo un corto abito bianco, che faceva contrasto con la mia dorata abbronzatura; i lunghi capelli sciolti selvaggiamente sulle spalle, i sandali bianchi, con i lacci alla schiava attorcigliati lungo le gambe che le rendevano ancora più lunghe e sensuali... in quella circostanza mi sentivo come una dea pagana che era nata per essere adorata da tutti...
L’altra serata, ad Enzimi, è stata altrettanto bella e piena di emozioni. Eravamo tutti consapevoli che quella era la definitiva chiusura delle nostra stagione felice, simbolicamente e realmente veniva a sigillare la fine dell’estate e dei giorni dedicati ai giochi e alla spensieratezza... Non ricordo bene, se in effetti avessi già dubbi o sospetti al riguardo della mia malattia, credo di no, ma so con certezza che quella serata ha rappresentato per tutti noi una specie di sipario di uno spettacolo, quello che cala, inevitabilmente, alla fine di ogni cosa bella...
Lui già era con lei, ma io non ero triste, avevo accanto a me i miei amici cari, Ale e Ale, Luigi... e poi Maurizietto...con tanto di coccole come sempre quando ci rincontriamo... E’ stata davvero una serata speciale perché quelle canzoni erano state la colonna sonora per tutta la vacanza... e poi la pioggia a fine serata, noi che cercavamo di ripararci stretti tutti insieme continuando imperterriti ad ascoltare il concerto... sembravamo ancora una volta tornati adolescenti. Incuranti di quello che accade intorno: in quel momento stai vivendo un emozione guai a chi osa spezzare l’incantesimo! Eravamo quasi in estasi, ed era per questo la chiusura ideale dell’estate appena trascorsa.
Non sapevo ancora cosa la vita aveva in serbo per me... di li a poco una serie di eventi mi avrebbero procurato tanti pensieri e dolori... Ma dal dolore si può uscire vincenti, ora ne sono certa, per averlo fortemente provato sulla mia pelle.
Avevo già avuto modo di sentire vari tipi di dolore. Quello provato con la morte di una madre ideale, di una donna come ce ne sono poche al mondo e che io ho avuto la fortuna di averla accanto come nonna:la nostra MadreTeresa di Calcutta, la madre di tutte le madri... La perfezione in tutti i sensi perché sapeva coniugare con assoluto equilibrio affetto, rispetto,lavoro casalingo, cura, ospitalità e dedizione a chiunque avesse bisogno. Una figura per me esemplare. Lei mi ha amata in modo smisurato e completo e questo ricordo ora è dentro di me, solo questo conta, e la consapevolezza che lei mi è accanto, ancora, e che mi nutre e mi sostiene con il suo dolce sorriso...il mio sorriso è il suo... Quel sorriso sereno e forte che noi tutti ammiravamo, che sapeva esserti accanto in ogni frangente, con le parole ed i gesti giusti, che ci sorprendeva per la sua sapienza istintiva, tanto saggia e forte che a volte ti sentivi debole ed incapace di essere alla sua altezza. Aveva tanta forza e serenità: in lei non ho mai visto la paura, nei suoi occhi c’era sempre serenità e comprensione... Solo proprio alla fine dei suoi giorni ho potuto intravedere nei suoi occhi una specie di rassegnazione unita al desiderio di lasciarsi andare completamente, abbandonandosi al suo destino senza opporre resistenza... per non soffrire più:come non capirla?
Mai, neanche durante la sua lunga malattia, in lei ho visto affiorare né cattiveria né rabbia, mai! Né tanto-meno senso di rivalsa nei confronti di chi aveva avuto, nella vita, più fortuna di lei, nemmeno per chi non aveva sofferto i suoi dolori.
Per me è stato un grande lezione di vita... che porterò dentro di me e che non dimenticherò mai.
Niente accade per caso:ora mi rendo conto benissimo che la sua lezione di vita è un esempio da seguire con coraggio e ostinazione. Praticamente mi trovo a vivere, per un destino abbastanza crudele, lo stesso problema (Il tumore al seno).
Talmente tanto amore ho avuto per lei, e tanto lei me ne ha prodigato sempre che la sentivo unita visceralmente a me, ed ora mi ritrovo nel dover affrontare addirittura lo stesso suo calvario, mi ritrovo a ripercorrere un doloroso percorso che la malattia mi obbliga a fare e che non so bene dove mi condurrà... Non so ancora se ce la farò, io me lo auguro con tutta me stessa, ma so con certezza che se non dovessi farcela, lei sarà la prima persona ad accogliermi con lo stesso sconfinato amore di quando era in vita... E’ corsa prima di noi tutti, (come sempre faceva ) per preparare al massimo l’accoglienza, per rendere il luogo più confortevole, per preparare il nostro angolo tranquillo di serena eternità e non m’importerà nulla se me ne andrò da questo mondo... Sono serena anch’io come lo era lei, come mi ha insegnato ad esserlo lei, come ha vissuto e ipostato tutta la sua esistenza e per questo le sono eternamente grata.
A volte ho sentito un po’ di paura, non dovrei neanche scriverlo, perché potrei sembrare una visionaria... perché nei giorni passati ho avuto la netta sensazione di avere dietro di me un angelo con le piume delle sue ali impigliate nei miei capelli e io però non li avevo e ancora non li ho... (la chemioterapia), in contemporanea ho sentito una folata di vento ed è per questo che ho avuto una sensazione strana... Ho anche pensato che forse poteva essere un fenomeno legato alla ricrescita dei capelli... ma non si spiega il soffio di vento... ho anche controllato se ci fossero finestre aperte a creare corrente... invece era tutto chiuso... eppure sono sicura di quello che ho sentito e provato anche se è inspiegabile. La mia anima vuole credere ad un fatto trascendentale...

Un altro grande dolore, questa volta fisico, l’ho sentito per la mia schiena malconcia. Per ben due cause sempre legate alla schiena. Durante l’adolescenza una conoscenza brutale e un contatto vivo con il dolore fisico, una prova grande per la mia formazione, per la mia maturità, un esperienza che mi ha segnato moltissimo. Ho sofferto tantissimo, soprattutto fisicamente, ma anche psicologicamente, perché per parecchi mesi ho dovuto staccarmi per la prima volta dalla mia famiglia, dai miei affetti più cari, ed a sedici anni non si accetta facilmente questo tipo di esperienza... Eppure anche in quel caso ho avuto accanto medici che mi hanno voluto bene e coccolato... Il Dottor Bartocci che mi ha voluto bene come ad una figlia e che ancora si ricorda di me dopo tanti anni trascorsi... Come pure il caro e disponibile Osvaldo, (il tecnico che faceva i corsetti di gesso per correggere la scoliosi dei tanti ricoverati) che mi hanno sempre seguita con affetto oltre che con vera professionalità. Anche in quei casi il motore che mi sosteneva e mi rendeva forte, per me è stato sempre l’amore e l’affetto delle persone che mi erano accanto. In special modo di una persona in particolare alla quale raccontare le mie sofferenze, le mie paure, la mia solitudine, la rabbia per quel che vedevo e sentivo durante la notte in particolare...i pianti dei bambini... Nonostante tutto in quell’ospedale sono riuscita anche a divertirmi, ho conosciuto tante persone simpatiche e in quel modo ho potuto sopportare meglio i disagi legati alla mia schiena, che in un primo momento pensavano addirittura di dover operare per la sua grave scoliosi. Il Don Gnocchi, specializzato per la scoliosi, per me era, era una specie di collegio tenuto dalle suore, le quali erano anche particolarmente molto umane e sensibili tranne qualcuna che sembrava recitasse la parte di Suor Gray in Candy Candy...anche per questa somiglianza ci siamo molto divertite a trovare similitudini in tantissime occasioni: in quel modo la realtà veniva sdrammatizzata. Inoltre ci aiutava parecchio ricevere lettere d’amore dai nostri ragazzi... le continue e interminabili telefonate... le visite degli amici e dei parenti. Queste visite quotidiane mi hanno veramente aiutato a superare quei momenti così delicati e difficili e per la prima volta quanto fosse grande l’amore di questa persona per me e certamente il mio per lei...

L’altro dolore fisico molto forte, insopportabile, atroce, tale da farti perdere la testa per l’acutezza dei suoi lancinanti e penetranti attacchi , simili a lame conficcate nelle tue carni vive... l’ernia del disco. Quei dolori sono durati diversi giorni, giorni incredibilmente duri da sopportare: ero rimasta senza energia... In quella circostanza, stremata dai continui dolori, ho avuto accanto un uomo straordinario:Carlo. Lui mi ha accudito e curata come se fossi stata una piccola bambina bisognosa di aiuto. Pure se affranta e sfinita dai dolori dentro di me ero felice perché mi ritenevo fortunata ad avere vicino lui che mi dimostrava tale dedizione. Non tutte le donne possono in simili circostanze avere altrettanto. In quei giorni mi ha lavata, mi ha imboccata, coccolata, mi ha riempita di mille attenzioni, come sempre, devo aggiungere... Purtroppo non è stato “per sempre”.[...]Questo modo di amare ci accomunava, amavamo in modo totale rasentando il patologico... anch’io quando amo divento completamente dipendente e vivo in stretta simbiosi con la persona che amo...

Poi da Settembre in poi ho vissuto il periodo più catastrofico della mia vita... Pensavo che il furto nel mio appartamento fosse un trauma grandissimo... ancora non sapevo cosa mi aspettava dietro l’angolo... una malattia che ti mette addosso paure inimmaginabili, che non avresti mai pensato di doverci fare i conti: invece! Una vera sgradevole sorpresa, in ogni senso... ha scatenato in me una serie di reazioni incredibili che ancora faccio fatica a riconoscere come veramente mie... reazioni anche contrastanti a volte ma pur sempre vere, autentiche...

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Ci sono delle cose della mia vita che ricorrono e che non posso evitare di osservare perché esse fanno la differenza, anzi contraddistinguono la mia vita rendendola unica, diversa da tutte le altre... Proprio ieri parlavo con Giorgio di ciò che capita a volte, quando, improvvisamente ci troviamo ribaltati e catapultati in una realtà dolorosa come quella che stiamo vivendo entrambi in questo momento. E’ come se noi ci chiedessimo il motivo di questo dolore e soprattutto se abbiamo fatto qualche cosa di sbagliato per meritarci tutto questo... Credo che questa riflessione deriva, senza dubbio, dalla morale cristiana che inevitabilmente ci portiamo dietro, volente o nolente... Tra l’altro io la non nego completamente, ma anzi vorrei cercare di scoprire meglio con attenta e giusta sensibilità la fede e la religiosità che può essere celata dentro di me in attesa di... La religiosità e la fede, in fondo hanno sempre fatto parte della mia vita seppure in maniera alternante, a volte poco convinta, altre in modo latente... Comunque diciamo che quello che permane sempre in me sono quelle che vengono considerate le caratteristiche fondamentali di un atteggiamenti cristiano, insomma, quelle che sono state le parole di Gesù
certamente senza essere bigotti e ossessivi ...essere sempre coerenti e rivolti alla ricerca della verità, della giustizia, dell’uguaglianza, della solidarietà, della riflessione e della spiritualità. Insomma l’esempio di mia nonna potrebbe essere la chiave... il suo esempio non è stato vano. Ella ha lasciato dietro di se tali insegnamenti che non sarà facile perseguire... di sicuro al suo confronto noi non saremo capaci di prendere il testimone di tale eredità spirituale. Lei era un animo grande, immenso e ineguagliabile... era troppo per questa vita... Con coscienza posso dire che faccio ben poco per gli altri a parte il rispetto doveroso per ogni essere umano, a parte la mia accortezza nel non ferire nessuno, e ancora l’essere disponibili per quello che si può con amici o familiari che siano uniti all’affetto e all’amore...
Ho sempre avuto dentro di me il desiderio di dedicarmi agli altri attraverso una piccola opera che non sia solo di tipo economico, ma più semplicemente, dare una mano in modo psicologico e pratico per chi è meno fortunato di me. Il proposito di fare del bene non è adesso che è nato, ma sono sempre stata presa di problemi materiali e forse anche da una leggera forma di egoismo, (presa dalle mie, vicende personali) che sarebbe sciocco non ammettere. Ora, di certo non posso permettermi di fare volontariato, ma quando avrò finito di soffrire io, voglio pormelo come obiettivo principale: trovare assolutamente del tempo per dedicarmi agli altri( bambini, malati, diseredati,barboni) insomma qualcosa che faccia di me una persona migliore... non possiamo vivere sopra questa terra pensando solo a noi stessi, alla nostra famiglia, ai nostri interessi fregandocene altamente di quelli che ci passano accanto quasi come se fossero invisibili... Guardiamoci meglio attorno e forse vedremo il mondo con altri occhi e agire di conseguenza, così potremo dire di aver contribuito o perlomeno tentato a renderlo migliore... Solo per caso siamo nati in una bella famiglia tranquilla, amorevole, creativa e senza problemi economici...

Devo propormi come obiettivo nella mia vita, insieme ai precedenti, quello più esclusivo, che da qualche tempo attraversa la mia mente ed il mio cuore... con trepidazione e attesa: un bambino! Spero proprio di riuscire ad averlo (personalmente o in adozione)

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LA SERA PRIMA DELL’OPERAZIONE

La sera prima di operarmi non potrò mai dimenticarla! Era una sera d’ottobre, io ero chiusa all’interno di quell’ospedale. Ero dietro i cancelli che recintano il mastodontico edificio, neanche tanto brutto, ma che il buio e la mia fantasia avevano trasformato in minaccioso bunker, avevo percorso in pigiama quei metri che mi separavano dalla libertà e che segnavano il limite, il confine tra i sani ed i malati... e che di sicuro tutti all’interno avrebbero voluto evadere... solo la speranza di guarigione li trattiene, solo quello!
Voi da dietro il cancello mi guardavate camminare, io magra più del solito, pallida e preoccupata leggevo nei vostri occhi tutto l’affetto per me, quello di anni e anni di conoscenza reciproca, di esperienze di vita condivise passato e presente che s’intrecciava in quel momento di pensieri in libertà... era una sera d’ottobre piuttosto fredda... anche perché era buio ormai da diverse ore... ci siamo seduti sopra un muretto proprio al confine, quasi fuori dall’ospedale, stretti in quel buio c’erano, quasi palpabili, tutte le mie paure, i miei silenziosi interrogativi, e invece voi che cercavate di distrarmi, di non farmi pensare ai miei problemi, a farmi coraggio: “Vedrai, Katia andrà tutto bene, vedrai, sarà solo un nodulino senza altre complicazioni, non può essere diversamente, in così poco tempo poi... vi ricordate in Grecia che ogni tanto lo controllavamo per vedere se aumentava?” Poi avanti tutta con i ricordi delle nostre vacanze insieme, appena trascorse, quelle che ci avevano tanto unito in maniera così inequivocabile. Le vacanze più belle della mia vita, e quando lo dico mi sento in colpa nei riguardi di Carlo, perché con lui ne ho trascorse davvero molte di suggestive ed emozionanti... ma questa estate per me è stata proprio particolare... come se fosse: “ L’ULTIMA ESTATE”.
Prima di vedere i miei amici ero stata insieme con le altre donne ricoverate, che nonostante le mie resistenze e la mia inusuale freddezza e distacco, hanno voluto e cercato in ogni modo di comunicare con me, di fare amicizia con me...
Che strano, l’ultima volta che ero stata ricoverata per l’ernia del disco ero stata io a volere spontaneamente un legame con le altre, a cercare di scambiarci le sensazioni ed i pensieri, come se fossero già amiche da sempre, con assoluta semplicità.
Questa volta, invece, era come se rifiutassi anche il solo pensiero di parlare di quello che avrebbe potuto essere... di quello che loro avevano già e quello che forse potevo avere io... No, non volevo lasciarmi condizionare da nulla. Dovevo essere sola con me stessa ed i miei amici, insieme a quelli che mi conoscevano da sempre e che sapevano come essermi vicini senza essere invadenti o troppo agitati... In fondo io ero troppo presa dai miei affetti che mi facevano da cuscinetto... mi proteggevano... Il telefonino non smetteva mai neanche un secondo di suonare, in questo modo avevo una buona scusa per isolarmi... Nei confronti delle altre pazienti, di sicuro c’è stato un rifiuto totale come a voler dire a me stessa “Loro hanno il cancro ,io no!” Quindi è inutile che mi raccontano le loro storie... quel poco che sono stata costretta a farlo l’ho fatto per pura cortesia, non perché mi sentissi nella loro stessa situazione, (rifiutavo proprio l’idea). Mi dava fastidio il loro atteggiamento, quell’allegria un poco forzata, quella sicurezza... Come potevano esserlo in quella circostanza? Come potevano ridere in quella situazione? La mia mente rifletteva sopra tutti questi atteggiamenti che mi sembravano incredibili... Alcune mi raccontavano del loro seno che ormai non avevano più, altre invece erano state più fortunate pero erano stati sacrificati i capezzoli... altre avevano deciso per la ricostruzione chirurgica... dei capelli che inesorabilmente cadono e ti lasciano praticamente con il cranio pelato... raccontavano della difficoltà di riprendere i normali rapporti con i loro compagni di vita. No, no, ero troppo giovane, (mentre guardavo le altre malate) il confronto mi faceva stare un poco più tranquilla, non poteva essere così drammatica la mia situazione, non poteva essere vero!!! Era veramente inutile quella loro esposizione dei seni rifatti o tremendamente deturpati, sacrificati, era proprio un gesto inutile, io che c’entravo? e che avevano ancora da ridere!?
Avrei riso presto anch’io così!!!

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MORIRE ?

La mia paura, ora, non è quella di morire...
L’unica mia preoccupazione, veramente, non è quella di morire, se non per la sofferenza che procurerà a molte persone care, a tutti quelli che mi amano...
... la paura di non poter fare la vita come quella che ho sognato da sempre...

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LA VITA MI HA TOLTO TANTO

In questo momento in cui la vita mi ha tolto tanto, da un lato, mi ha tolto completamente, per il momento, la possibilità di vivere la mia femminilità... Questo lato della mia personalità cui tanto ero fiera di possedere, la mia sicurezza nel porgermi agli altri in modo fisico-carnale, sempre però in modo naturale e mai in malafede... Ho sempre sentito dentro di me un grosso impulso fisico per comunicare con gli altri e mi rendeva felice questa mia specifica caratteristica personale. Senza curarmi troppo se fosse una dote, una qualità oppure un difetto... era una mia componente vitale, era il mio “sentire” la vita anche attraverso queste sensazioni...
Dall’altro lato però mi rendo conto di aver acquistato, o meglio, di aver affinato maggiormente tutto quello che racchiude la sfera emotiva. Insomma, in poche parole voglio solo dire che ora non sono in grado di vivere la mia sessualità come vorrei... ma in compenso sto vivendo momenti intensi e carichi di nuove emozioni... Tutto questo non solo nei rapporti con gli uomini ma anche con le amiche...(es. Piero, Massimo, che poi è un discorso a parte, anche Cinzia, Alessandra, Marco e...). Mi fa piacere avere una cara amica come Cinzia, e oggi parlavamo proprio di come nascono le amicizie, dei strani meccanismi così sottili e straordinari...


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Ieri mattina, anche se era molto tardi dormivo ancora profondamente, quando (...) mi ha telefonato ed io nel dormiveglia ho risposto farfugliando che non ero in grado di fare anche il più piccolo ragionamento e quindi gli ho detto: “ci sentiamo più tardi, il tempo di riprendermi”. Non sapevo che lui era sotto il portone del mio palazzo. Aveva comprato un cappuccino e un cornetto con la nutella (il mio preferito) per farmi una sorpresa portandomi la prima colazione mentre ancora ero nel letto... invece è rimasto li sotto in attesa di... poi ha scartato il cornetto e si bevuto il cappuccino, facendo così doppia colazione. Immagino la comicità della scena... Solo, solo con la colazione che avrebbe dovuto essere mia... si può essere così premurosi e delicati e nello stesso tempo così timoroso? Ma forse praticamente è anche per questo che lo adoro?!? Ma ormai è inutile pensare a lui, l’ho perduto, anzi no, non l’ho mai avuto; se mai l’ho avuto solo con il pensiero, il pensiero di una inguaribile sentimentale.
Quando oggi sono andata trovare i suoi genitori che mi vogliono bene e la sua mamma mi fa notare le sue qualità (come se ce ne fosse bisogno) mi mangio le unghie per la rabbia.

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LA MATERNITA’ DESIDERATA


Oggi sono andata al Divino Amore...
Ho acceso tre candele, una per nonnina mia, una per mamma Giuliana, e una per nonna Assunta.
Ho pregato per loro. Un pensiero è andato anche, naturalmente, alla mio stato di salute precaria...
Poi sono entrata in una stanza dove c’erano tutti i fiocchi rosa o celeste, quelli che per usanza si espongono alla nascita dei bambini... Allora ho pregato che la mia vita futura possa essere in piena salute, e inoltre anelo ad avere la felicità più grande che io possa desiderare dalla vita, ora più che mai: la maternità.

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Da “PAULA” di Isabelle Allende

La mia vita è fatta di contrasti. Ho imparato a vedere le due facce della medaglia. Nei momenti di maggior successo non dimentico che altri di grande dolore mi attendono lungo la strada, e quando sono in piena sventura aspetto il sole che spunterà più avanti.
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Cosa ci accade? Forse siamo al mondo per cercare l’amore, trovarlo e perderlo, più di una volta.
Con ciascun amore torniamo a rinascere, e con ciascun amore che finisce ci si apre una ferita.
Sono piena di orgogliose ferite.

La mia vita , o almeno la mia vita finora vissuta si può riassumere così...


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RIFLESSIONI SULLE MIE SENSAZIONI CON GLI UOMINI (e con lui)

Da una giornata intensa come quella di ieri ho avuto modo di fare delle riflessioni sul mio modo di essere di fronte agli uomini. Ultimamente a differenza di quello che accadeva fino a poco tempo fa, sento dentro di me uno stimolo in più nei confronti degli uomini che mi sembrava di aver dimenticato, oppure che non che non prendevo in considerazione perché erano solamente amici cari. Diciamo, forse che la mia delicata e intricata personalità interiore ha cominciato ad evolversi, questo percorso era gia iniziato questa estate in Grecia. Ho cominciato a capire che potevo riprendere confidenza e fiducia con i miei sensi ed i miei sentimenti. Per me è stato molto importante constatare che potevo nuovamente provare delle emozioni per qualcuno...

Ieri a pranzo ed a cena ho avuto molte conferme di come il mio corpo e la mia mente si stavano lentamente lasciandosi andare nei confronti di un uomo... Ieri sera, infatti, con (...) ho sentito che era più vicino il momento e l’occasione per qualcosa ancora tra noi... Non è successo praticamente nulla, ma una serie di gesti, occhiate, uno sfiorarsi spesso... un tentativo di captare le nostre sensazioni attraverso piccoli movimenti... un “sentirci” vicini ed in sintonia pur senza baci e abbracci reali ma attraverso quei gesti si potevano condensare tutte le emozioni simili e perfettamente uguali come se ci fossimo davvero baciati... tutto con lui diventa amplificato... Forse tutto assume un valore perché evidentemente ai miei occhi ancora innamorati di lui e inspiegabilmente fuggo davanti ad una qualsiasi possibilità. Vorrei abbracciarlo, baciarlo, sedurlo ed invece scappo via... evito anche un piccolo passo per la paura di ritrovarci insieme come prima, di nuovo. Alle sue domande sulla mia vita sentimentale che spesso mi rivolge... io glisso l’argomento... dico che c’è qualcuno ma che mai nessuno sarà importante come lui. [...]
Il problema è che ora vorrei poter essere capace di essergli più vicina, fisicamente, e se a volte riesco ad avvicinarmi ed a dimenticare tutto, l’attimo dopo sono in preda alla paura e alla paranoia e mi allontano...
(...) Quando eravamo insieme la cosa buffa era il fatto di non avere neanche un problema ...tra di noi c’era una pura attrazione unita ad un grande sentimento... eravamo consapevoli di questo ed eravamo pronti ad accoglierci uno nelle braccia dell’altro, in ogni momento, in ogni situazione... ogni tanto è lui che mi ricorda tutti i motivi del nostro stare bene insieme. Quella totale intesa non mi è capitata più di ottenerla con nessun altro... Vivevamo normalmente l’eccezionalità del nostro speciale sentimento, e solo dopo mi sono resa conto che non era “normale” trovarsi sempre a vivere situazioni stupende.
In seguito ci è capitato ancora, anche quando ormai ci eravamo lasciati... era come se non potessimo stare per lungo tempo uno lontano dall’altro... come se il nostri sentimenti non volessero accettare la fine dettata dalle parole, dai ragionamenti ma non dai nostri cuori... ci ritrovavamo naturalmente vicini senza neanche rendercene conto.
Ora però è tutto più difficile... a volte capita che comunque ci siano delle situazioni che si ripresentano e ci richiamano alla mente quello che c’è stato tra di noi... lui che ripete i suoi gesti (vecchi rituali ) che facevamo insieme e all’improvviso è come se il tempo si fosse fermato... i luoghi di sempre, i nostri ristoranti preferiti... manca solo il mare... ma quello sarebbe troppo...  pericoloso... era il nostro luogo ideale...

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FEBBRAIO 2001 (caduta sulla neve)

Ecco qua nel momento esatto che mi stavo praticamente dimenticando dei problemi, delle mie paure e stavo effettivamente riscoprendo una vita “quasi normale”, almeno a livello di semplici relazioni umane e sentimentali ecco che succede di nuovo qualcosa che mi mette i bastoni fra le ruote e che mi tenta di bloccarmi... Sarà un destino particolarmente crudele che mi sta mettendo ancora alla prova, oppure sarà per qualcosa che devo scontare dopo aver fatto chissà che cosa?! Sarà, sarà...    insomma mi ritrovo nuovamente costretta immobile in un letto d’ospedale con uno stretto corsetto addosso: tre vertebre rotte. Domenica, quando al Pronto Soccorso il medico mi ha detto quello che mi ero procurata ho avuto proprio un crollo... Non poteva essere successo a me, anche questo! Non potevo meritarmi anche questo! Eppure è proprio così, la mia incoscienza,perché, è di questo che si è trattato in questo caso:andare sullo slittino,nella mia situazione (ma forse è proprio per questo), la mia proverbiale incoscienza che da sempre mi ha accompagnata con benevolenza e senza grosse conseguenze ora mi si ritorceva contro. Come se non bastasse ho iniziato un nuovo tipo di chemioterapia che mi lascia senza forze, senza appetito, con i lividi dentro e fuori, insofferente ai sapori, agli odori, ai rumori... Non so se c’è un motivo per tutto ciò, mi domando se c’è una ragione per questo mio soffrire... Sono molti i pensieri che abitano ed agitano la mia mente ora... il mio futuro nel senso della salute... ce l’avrò fatta, alla fine di tutto questo a debellare il male??!!... e alla fine di tutto questo potrò avere una vita normale??? Mi tornerà il ciclo mestruale? Potrò ancora progettare dentro di me il pensiero di fare un bambino... il sogno ed il desiderio più grande di tutta la mia vita! Avrò la possibilità di farlo praticamente ed emotivamente?? Potrò sostenere questa aspirazione veramente fino in fondo?? Senza pensare a tutti gli altri pensieri pratici che si accumulano agli altri, ad esempio quelli di tipo economico... di una casa... So che non devo pensarci in questo momento perché devo solo pensare a guarire ma purtroppo ho molti problemi pratici da tenere sotto controllo non ultimo quello con la proprietaria della casa che vuole aumentare il canone di affitto del doppio di quello che pago ora... e anche per i controlli che devo fare per la schiena occorrono soldi... soldi, anche se non vuoi dare troppa importanza ai soldi, ti rendi conto che sono necessari... soldi che si spendono anche per stupidi contrattempi come questa caduta sulla neve... Altre grane... le finestre di casa che cadono a pezzi...
le fatiche che non posso sostenere ora, il lavoro da riprendere... tanti problemi tutti insieme che spero che piano piano si possano risolvere... devo resistere a tutto questo...

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Degli ex rimane sempre qualche cosa... qualcosa dentro di te che non si cancella mai...
Infatti per ***** posso tranquillamente affermare che per lui desidero e mi auguro che il massimo dalla vita... la gioia, la serenità quella serenità che proprio con me non era riuscito a trovare, e che alla fine ci ha allontanato e poi separato. Queste riflessioni sono affiorate nella mia mente dopo che ***** è venuto a trovarmi, dopodiché ho pensato di quanto è strana la vita. Lui era davanti a me, l’uomo con cui avevo vissuto a lungo, l’uomo per il quale avevo fatto delle scelte di vita, per dividere la mia vita con lui, dal quale avrei desiderato dei figli con il quale avrei voluto invecchiare insieme... Era davanti i miei occhi, un poco invecchiato, ma sempre attraente e affascinante,ai lati degli occhi e della bocca qualche segno del tempo passato, ma che non aveva scalfito la sua immagine ...si muoveva e ripeteva dei gesti che io avevo bene impressi nella memoria, gesti che nella quotidianità della nostra vita a due facevano parte di noi... si era tolto le scarpe e si era messo a riposare accanto a me...  l’ho guardato e mi sono chiesta che cosa ci avesse diviso... in fondo era di una personalità brillante, anche molto dolce, ironico e allegro... La parte più bella di lui, quella che mi aveva fatto innamorare... la sua cultura, la sua intelligenza, la sua voglia di fare, i suoi nuovi progetti, ancora adesso a 46 anni... Forse non è tanto la sua gelosia ed il suo essere troppo possessivo nei miei confronti, anche se devo ammettere che negli ultimi tempi mi pesava molto non uscire... Quell’evitare sistematicamente d’incontrare gente con cui scambiare idee ed esperienze... Mi sentivo un po’imprigionata, chiusa e ripiegata “solo”nella nostra vita privata, seppure felice. Anche se era un sentimento nobile come l’amore, era un amore che mi soffocava ed ero io che avevo permesso tale asfissia... fino a quando ho cominciato a soffrire per mancanza d’aria... Riflettendo ancora sulla nostra storia però mi rendo conto che un altro motivo di disagio tra noi erano i suoi bruschi e repentini cambi d’umore,la sua tristezza e angoscia a volte latente spesso manifesta e pesante, i suoi momenti di rabbia e in collera con tutto e tutti... la sua frustrazione nei confronti di un lavoro che non lo appagava... era arrabbiato con la vita stessa... A volte diventava insopportabile restargli accanto... alla fine diventavo inquieta e insoddisfatta anch’io, e non capivo bene cosa mancava per essere felici completamente...
E’ stato per tutto questo che ci siamo allontanati, ora vedo con più chiarezza e lucidità la mia vita passata. Con questo però non rinnego nulla, e ancora adesso gli voglio un bene dell’anima e tra noi certamente c’è un legame che va al di la delle parole... Vorrei davvero, seriamente, che la sua felicità fosse una meta possibile come penso che lui la desideri per me...

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Con ******* sento che c’è qualcosa di diverso... Non è come con *****, con lui possiamo ancora scambiarci coccole ed essere affettuosi in modo molto naturale, senza imbarazzo: è l’affetto che c’è ancora che ci fa essere così vicini... senza però pensieri sotterranei di altro genere...
Con ******* invece, è come se ci fosse ancora qualcosa, sotto la cenere la fiamma non ha mai smesso di ardere, c’è una sottile tensione amorosa, quell’euforia che ci faceva vivere ogni nostro incontro in maniera forte ed intensa è come un discorso che era stato lasciato in sospeso (per chissà quali paure) e che ora fluisce delicatamente in modo spontaneo senza bisogno di spiegazioni, senza nulla pretendere... e come se tra noi ci fosse sempre qualcosa d’indefinibile, un senso di precarietà, qualcosa che deve avere luogo e spazio ma che non è detto che possa in realtà compiersi davvero. La nostra intesa è un prisma sfaccettato, amici tenerissimi, altre volte quasi fratelli, ancora due individui senza sesso che giocano con gusto infantile, altre volte semplicemente in perfetta sintonia, altre volte anche arrabbiati e gelosi di tutto e tutti... Siamo tutto e nello stesso tempo esattamente il contrario... infatti è estremamente difficile definire il nostro rapporto, non esiste una parola per stabilire con chiarezza cosa c’è tra di noi.
Certo è che alla nostra età è proprio assurdo essere in questa situazione di sfuggente ambiguità (in senso buono).
Siamo veramente incasinati come due adolescenti alle prime esperienze. Chissà se riusciremo mai, prima o poi, a capire veramente le nostre anime inquiete cosa vogliono... che cosa temono...


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L’ULTIMO BACIO
di Carmen Consoli
Cerchi riparo, fraterno conforto
tendi le braccia allo specchio






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UN GRANDE PILOTA DEVE SAPER NAVIGARE ANCHE CON LE VELE ROTTE ( Seneca)
(sono anch’io una grande pilota? Chissà? Si vedrà più avanti!

LA MALINCONIA E’ LA FELICITA’ DI ESSERE TRISTE (V. Hugo)


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Vedere il film: Billy Eliot

Canzoni da cantare con zio Roberto:
L’ultimo bacio - Carmen Consoli
Toquigno e Pausini- cercare canzone????
Acqua e sale- Mina e Cementano
Dennis -Lucio Dalla



FABIO VOLO


Come quando quella volta. (Fabio Volo)

Hai presente quando ad un concorso cominciano dalla terza persona per arrivare alla prima...
Tutte le volte dentro di te pensi che in fondo ti accontenteresti della terza, o seconda posizione pur di non avere quell’enorme peso sullo stomaco che

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TUTTO TORNERA’ COME PRIMA

Il mio pensiero oggi è un poco triste, cerco di non pensare troppo a ciò che sta accadendo al mio corpo di fronte un ciclo così forte di chemioterapia... tanto tutto tornerà come prima, no??...
Eppure un pensiero mi fa soffrire da morire e quindi evito, o perlomeno provo a non essere troppo impensierita da ciò che sarà il domani... è inutile supporre ciò che non ci è dato conoscere, quindi anche fare inutili ipotesi...

LA MIA MATERNITA’...
La paura di non avere più la possibilità, in modo improrogabile e definitivo, la possibilità di mettere al mondo un bambino mi blocca e mi terrorizza allo stesso tempo e mi fa disperare più della paura stessa di morire...
Se chiedo un miracolo o una possibile grazia da esaudire è solo quella e nient’altro...s e non dovessi avere,infatti, la possibilità di non avere un figlio, probabilmente preferirei morire... So benissimo che esiste, comunque, anche la possibile scelta dell’adozione; che peraltro si dimostra anche come una scelta di generoso altruismo, ma ho paura di non fare in tempo... e anche di non avere i requisiti necessari ...inoltre e non ultimo problema è il fatto che al momento non ho un compagno... compagno che,tra le altre cose, possa anche alleggerire o addirittura far sparire queste mie atroci paure.

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INCERTEZZA


Il mio stato d’animo in questo momento è tutto racchiuso in questa parola, e di conseguenza io sono in balia di tale sentimento non avendo ora, quasi, dico quasi nessuna sicurezza... So che nessuno di noi, in generale ha una sicurezza matematica in nessun caso ma io in questo momento sento il bisogno di averne per il futuro... per il mio futuro di donna e quindi emotivamente e sentimentalmente e per il mio futuro di donna come madre ma anche come persona che costruisce la propria vita su basi più solide che la rendono più tranquilla a fine mese... naturalmente il mio stato di salute aleggia su tutto con la sua forte precarietà...  non sto male per questo, ma sicuramente contribuisce ad esasperare la mia confusione mentale...
Ieri ho chiesto a Cicì “Secondo te riuscirò nuovamente ad innamorarmi come un tempo?”
La paura di non riuscire più a sentirmi coinvolta completamente, con quel senso di cieca fiducia e abbandono nei confronti di un'altra persona... è grande questo sgomento e sensazione di inadeguatezza... Soprattutto ho paura che la mia solitudine diventi un abitudine, che addirittura io possa sceglierla per comodo, per non avere impegni che non puoi delegare, responsabilità e compiti a volte anche pesanti e gravosi...  Infatti, a volte mi chiedo se mi piacerebbe fare sacrifici in due ma la domanda ha una risposta scontata: quando mi sentirò ancora coinvolta come un tempo farò paura,farò tutto ciò che non sento di fare oggi...
Io che per amore sono capace veramente di mettere da parte l’ego più distruttivo pur di trovare un modo per far felice l’altra persona... ora, da tempo non mi sento coinvolta a tal punto... Non è certo cosa che capita tutti i giorni quella d’innamorarsi, non capita spesso d’incontrare un uomo che ti fa perdere la testa... ma mi piacerebbe incontrarlo...
Reduce da due innamoramenti, anche se diversi tra loro mi chiedo se incontrerò uomini ancora capaci di farmi battere forte il cuore e a loro volta capaci di amarmi come hanno fatto loro.
Per *******poi, c’è da fare un discorso a parte che riguarda solo il mio cuore... Fortunatamente ancora oggi continuo ad avere la possibilità d’incontrare sia ***** che *******, per quanto ormai ***** è diventato un caro amico di famiglia, quasi un fratello, anche se nel passato l’ho amato moltissimo... continua a capirmi al volo, ma purtroppo ormai non rappresenta più nulla per me, se non un affetto molto grande ancora oggi... Invece ******* è qualcosa che non riesco a sradicare dal mio cuore... ancora riesce a far palpitare il mio cuore come un tempo, ha la capacità di farmi sentire come una bambina che si emoziona con poco... il suo sguardo m’illumina come allora... la sua voce mi turba a tal punto da farmi tremare... per come sono presa da lui non riesco neanche a sfiorarlo... a toccarlo,ad abbracciarlo in modo naturale e spontaneo. Ogni volta, quando capita che lui si avvicina a me io rimango praticamente tesa come una corda di violino... ***** e *******, uno l’opposto dell’altro: *****, il mio opposto, l’altra metà della mela, l’antitesi, l’ordine, la disciplina, la solitudine, la sofferenza, l’isolamento, la campagna, il verde, gli animali, il silenzio, la meditazione quasi un essere orientale se non fosse per la tendenza alla depressione.
Mentre ******* la nostra affinità, la confusione, l’allegria, lo sport, uomo sempre pronto al sorriso, la cordialità, un carattere dal temperamento attivo e perfetto sotto tanti aspetti: solare. dolce, ottimista, generoso... come ho fatto ad innamorarmi di due uomini così profondamente diversi? (curioso poi il fatto che sono dello stesso segno zodiacale: scorpione). Sono entrati nella mia vita quasi in simultanea e allora ho dovuto scegliere...  Ho scelto così l’uomo con il carattere più complicato al posto della situazione più complicata.



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APPUNTI
Libri da comprare:

Canone inverso
Paula –Allende
La figlia della fortuna Allende
Pura vita A. De Carlo
Diario di Frida Kalo
La casa sul lago della luna –Duranti
Esco a fare due passi- F. Volo
Follia Patrick ...
Le parole che non ti ho detto
La profezia di Celestino

DA VEDERE AL CINEMA

L’amore imperfetto



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IL VERO VIAGGIO NON CONSISTE NEL CERCARE NUOVE TERRE,
MA NELL’AVERE NUOVI OCCHI.

M. Proust


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LA VITA E’ QUELLO CHE TI CAPITA QUANDO SEI OCCUPATO A

FARE ALTRI PROGETTI


J. Lennon
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MENTRE GLI UOMINI FANNO GRANDI PROGETTI GLI DEI SORRIDONO

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